I bombardamenti attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia hanno distrutto la rete elettrica di Enerhodar, la città più vicina

(AP Photo/Olexander Prokopenko, File)
(AP Photo/Olexander Prokopenko, File)

Venerdì Rafael Grossi, il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA, agenzia dell’ONU), ha detto che i bombardamenti in corso in Ucraina hanno distrutto l’infrastruttura della rete elettrica che alimenta Enerhodar, la città nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia in cui tra l’altro risiedono gli operatori della centrale e le loro famiglie, causando un blackout prolungato.

La rete elettrica intorno a Enerhodar è anche quella che garantisce l’alimentazione elettrica esterna alla centrale in caso di necessità: per questo Grossi ha detto che si sta valutando la possibilità di spegnere l’unico reattore ancora in funzione (dei 6 presenti nella centrale) per abbattere il rischio di eventuali problemi. Anche da spenti i reattori richiedono energia per i sistemi di raffreddamento necessari a garantire la sicurezza nucleare: non potendo fare affidamento sulla rete elettrica di Enerhodar dipenderebbero completamente dai generatori diesel di emergenza. I bombardamenti «crescenti e incessanti» e il blackout da essi causato non permettono di fare affidamento in caso di necessità sulla rete elettrica di Enerhodar, ha detto Grossi.

Grossi ha aggiunto che il prolungato blackout potrebbe avere un grave impatto anche sulla disponibilità del personale essenziale per continuare a gestire in sicurezza la centrale nucleare, e ha definito la situazione attuale «insostenibile». Quella di Zaporizhzhia è la più grande centrale nucleare d’Europa e si trova in una regione ucraina occupata dall’esercito russo in cui da settimane vengono compiuti attacchi, con crescenti preoccupazioni legate al rischio di un incidente nucleare.