L’account Twitter che mostra i momenti più assurdi della politica italiana

“Crazy Ass Moments in Italian Politics” pubblica foto e video sorprendenti della Prima e Seconda Repubblica

Un tweet di una giornalista di CNBC che dice: «oggi è stato folle persino per gli standard italiani»
Un tweet di una giornalista di CNBC che dice: «oggi è stato folle persino per gli standard italiani»
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Negli ultimi mesi, soprattutto da quando è iniziata la campagna elettorale a fine luglio, una pagina su Twitter che parla di politica italiana in inglese ha accumulato un certo seguito. Diffonde contenuti che hanno qualcosa di comico o surreale, come suggerisce il nome: Crazy Ass Moments in Italian Politics, traducibile con “Momenti fuori di testa della politica italiana”. Anche se pubblica quasi esclusivamente in inglese, la pagina è gestita da un italiano di 34 anni e su Twitter, dove tra le altre cose seleziona i momenti ritenuti più assurdi di questa campagna elettorale e di quelle del passato, ha ormai oltre 50mila follower.

L’idea di creare la pagina è venuta ad Alberto (nome di fantasia) seguendo un account del tutto simile sulla politica americana, crazy ass moments in american politics, la prima di questo genere. Alberto ricorda in particolare di essere stato colpito da un post sui funerali della stimatissima giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg, durante i quali il personal trainer della giudice fece alcuni piegamenti di fronte alla bara, probabilmente per renderle omaggio.

Alberto aveva scorso la timeline con tutti i post e visto poi che molti altri si erano fatti ispirare da quella pagina, creandone altre sulla politica di altri paesi. Nessuno però lo aveva fatto per l’Italia.

Come in altre storie di successo sui social network, Alberto ha aperto la pagina senza nessuna aspettativa, come semplice passatempo, poiché riteneva che di momenti crazy ass nella politica italiana ce ne fossero parecchi da raccontare. All’inizio (la pagina ha aperto ad aprile di quest’anno) i primi post pubblicati non avevano ricevuto grande attenzione, poi ce n’è stato uno che invece ha cominciato a girare: la foto di Paolo Villaggio candidato con Democrazia Proletaria, nel 1987.

«Io sono sempre stato molto appassionato di politica» racconta Alberto, che preferisce non far parlare di sé con il suo vero nome. «Da adolescente ero anche passionario, pensavo di poter cambiare il mondo e fare politica attiva. Poi ho capito che non era la mia strada e ora la guardo con un certo distacco, anche se mi informo quotidianamente. La mia fonte principale per le notizie è Twitter, ci trovo quasi tutto quello di cui ho bisogno».

Alberto stima che tra il suo pubblico c’è un buon 30 per cento di account non italiani, tra cui vari giornalisti stranieri a cui magari per lavoro capita di dover seguire la politica italiana, e quindi vogliono monitorare le sue varie stramberie. All’inizio, per via della passione giovanile, Alberto pubblicava contenuti andando a memoria, soprattutto episodi dei primi anni Duemila. Poi con l’aumentare dei follower sono aumentate anche le segnalazioni, e molti post ora nascono anche da lì.

«Se dovessi dire quali post hanno più successo, direi quelli che hanno come protagonisti personaggi politici da cui non ti aspetti la fanfaronata. Per esempio quelli con più aplomb, come Enrico Letta» dice Alberto. «Oppure come Giulio Andreotti: il post con la foto di lui e Sylvester Stallone era stato molto apprezzato».

Nonostante questo, il post che ha avuto più successo in assoluto ha come protagonista il leader della Lega Matteo Salvini, che invece rivendica uno stile molto più prosaico e attira spesso l’attenzione per alcuni atteggiamenti vistosi e poco istituzionali (l’ostentazione caricaturale dei simboli religiosi, per dirne uno). Il post in questione riprendeva un video in cui Salvini saluta con un bacio una fila di mucche che passano in spiaggia.

Alberto spiega che la ricerca del materiale avviene guardando sulle agenzie fotografiche o sui siti degli archivi, ma a volte anche facendo banalmente una ricerca su Google. La foto di Andreotti, per esempio, l’ha trovata sul sito del suo archivio.

Tra luglio e agosto, poi, la pagina ha iniziato a pubblicare una serie di post con l’hashtag #CrazyItalianSummer, con foto di politici in versione estiva.

Più di recente, in vista del voto del 25 settembre, la pagina ha cominciato a pubblicare spot elettorali del passato raccogliendoli con l’hashtag #CrazyItalianSpot. Uno di quelli che sono circolati di più è del Partito Socialista Italiano, un cartone animato del 1976, in cui vengono rappresentati simbolicamente una serie di misfatti di cui era tradizionalmente accusato il principale avversario della sinistra all’epoca, la Democrazia Cristiana: si vede una figura stilizzata che fa sparire i soldi per il meridione, cementifica un’area verde, fa promuovere un impiegato che poi viene arrestato.

Ha suscitato un certo interesse anche un altro spot elettorale, sempre del PSI ma del 1987. Tra i due spot si può anche fare un confronto, osservando come sia cambiata l’estetica in poco più di dieci anni: innanzitutto compare il leader del partito, che nello spot degli anni Settanta non veniva neanche nominato. E poi è ambientato in un supermercato, per certi versi simbolo della società dei consumi a cui vengono associati solitamente gli anni Ottanta.

La chiave di lettura di Crazy Ass Moments in Italian Politics ha attirato l’attenzione di vari giornali, che l’hanno raccontata in articoli e post sui social network. Il quotidiano Domani per un breve periodo ha anche pubblicato alcuni post su Instagram in collaborazione con la pagina, a cadenza settimanale, per ripercorrere «uno dei momenti più pazzi, comici o (tristemente) divertenti della storia più o meno recente della #politica italiana».

 

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