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  • Lunedì 5 settembre 2022

La nuova Costituzione cilena è stata bocciata

Al referendum ha vinto nettamente il “no”: resterà quindi in vigore quella attuale, approvata durante la dittatura di Pinochet

Un sostenitore della nuova Costituzione cilena mentre ascolta l'annuncio dei risultati (AP Photo/Cristobal Escobar)
Un sostenitore della nuova Costituzione cilena mentre ascolta l'annuncio dei risultati (AP Photo/Cristobal Escobar)
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Al referendum che si è tenuto domenica per cambiare la Costituzione cilena ha vinto ampiamente il “no”, che ha ottenuto quasi il 62 per cento dei voti. La Costituzione era stata scritta da un’Assemblea costituente eletta dopo le enormi proteste iniziate nel 2019 e proseguite nei mesi successivi: tra le altre cose, i manifestanti chiedevano che venisse sostituita la precedente Costituzione, scritta nel 1980 durante la dittatura militare di Augusto Pinochet, accusata di essere responsabile delle grandi disuguaglianze nel paese.

Con la vittoria del “rechazo” al referendum (“rifiuto” alla nuova Costituzione), in Cile continuerà a rimanere in vigore il testo del 1980.

La Costituzione bocciata era considerata uno dei principali segnali del cambiamento del Cile degli ultimi anni ed era appoggiata anche da Gabriel Boric, il presidente più progressista e di sinistra dai tempi di Salvador Allende (che morì nel colpo di stato del 1973 con cui Augusto Pinochet prese il potere): tra le altre cose, rafforzava i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, riconosceva i diritti dei popoli indigeni e sanciva la parità di genere nelle istituzioni pubbliche e private, oltre a varie tutele per le donne. Il suo rifiuto era stato però previsto: da mesi i sondaggi rilevavano un sempre maggior numero di elettori ed elettrici contrari all’introduzione della nuova Costituzione.

– Leggi anche: Una delle Costituzioni più femministe al mondo

Dopo l’annuncio dei risultati, centinaia di persone che avevano votato “no” si sono radunate nella capitale Santiago a Plaza Baquedano (che durante le grosse proteste iniziate nell’ottobre del 2019 i manifestanti avevano soprannominato Plaza de la Dignidad). I manifestanti hanno festeggiato perlopiù pacificamente, ma ci sono stati alcuni casi isolati di scontri: alcune persone hanno colpito con sassi e bastoni le auto che passavano nelle vie vicine alla piazza, e sono state successivamente fermate dalle forze dell’ordine.

Il presidente Boric ha commentato il risultato in un messaggio trasmesso in televisione, in cui ha detto che «oggi il popolo cileno ha parlato e lo ha fatto ad alta voce e chiaramente. Ci ha dato due messaggi. Il primo è che amano e apprezzano la loro democrazia. Il secondo è che il popolo cileno non era soddisfatto della Costituzione proposta e, quindi, ha deciso di respingerla in modo netto». Boric ha poi annunciato che riunirà i rappresentanti dei partiti politici e delle parti sociali per discutere insieme un nuovo processo di riforma della Costituzione.