La Russia espanderà il proprio esercito con 137mila soldati in più entro la fine dell’anno

Lo ha deciso il presidente Vladimir Putin, probabilmente per compensare le perdite subite in Ucraina e prepararsi a continuare la guerra

Il presidente russo Vladimir Putin a maggio del 2022 (Alexander Nemenov/Pool Photo via AP)
Il presidente russo Vladimir Putin a maggio del 2022 (Alexander Nemenov/Pool Photo via AP)

Giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che prevede un significativo aumento delle dimensioni dell’esercito russo, quindi del numero di soldati: entro la fine dell’anno ne verranno arruolati altri 137mila, portando il numero complessivo a 1,15 milioni. La decisione di Putin è stata interpretata come un modo per compensare le grosse perdite subite in Ucraina nel corso di questi primi sei mesi di invasione (decine di migliaia), e soprattutto come un segnale del fatto che Putin sembra avere tutta l’intenzione di continuare la guerra in corso.

Non è chiaro come Putin riuscirà ad arruolare così tanti soldati. Potrebbe includere nuovi coscritti, ma sarebbe una grossa inversione di tendenza rispetto alle risorse che negli ultimi anni la Russia ha investito per modernizzare il proprio esercito, facendo sempre meno affidamento sui coscritti e basandosi sempre di più su nuclei più ristretti di soldati ben addestrati e meglio pagati. Secondo alcuni commentatori Putin potrebbe anche avere in programma di integrare nell’esercito russo i volontari che al momento combattono con i russi in Ucraina, come i ceceni o le forze filorusse delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk.

Diversi analisti comunque concordano sul fatto che la decisione di Putin segnali molto chiaramente come il presidente russo non sembri avere alcuna intenzione di cercare una soluzione diplomatica alla guerra, e si stia anzi preparando per un conflitto prolungato: «Questa non è una mossa che si fa quando si prevede di concludere rapidamente una guerra: è una mossa che si fa quando si mettono in piedi risorse per affrontare un conflitto protratto», ha detto al New York Times Dara Massicot, ricercatrice del centro studi statunitense RAND Corporation.

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