Non si sa ancora come facevano sesso i dinosauri

È difficile ricostruirlo dai fossili, ma alcune ipotesi ci sono: una dice che i T-Rex avevano il pene

Lo scheletro di un gorgosauro, una specie di dinosauro che visse attorno ai 75 milioni di anni fa nel Nord America (AP Photo/ Julia Nikhinson)
Lo scheletro di un gorgosauro, una specie di dinosauro che visse attorno ai 75 milioni di anni fa nel Nord America (AP Photo/ Julia Nikhinson)
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Si sa così poco sul sesso dei dinosauri che nei fossili non siamo in grado di distinguere i maschi dalle femmine. Abbiamo solo qualche idea su come potevano essere fatti gli organi genitali di questi animali, che dominarono la Terra fino alla loro estinzione di massa 65 milioni di anni fa, e non sappiamo proprio nulla su come si corteggiavano. Tuttavia alcune recenti scoperte hanno permesso di fare alcune ipotesi: ad esempio che forse i maschi di tirannosauro erano dotati di pene, cosa tutt’altro che scontata.

Negli ultimi anni sono state fatte scoperte scientifiche significative sulle caratteristiche fisiche dei dinosauri. La più nota riguarda le piume: è molto probabile che tutti i dinosauri avessero un qualche tipo di piumaggio, come ha suggerito una ricerca del 2014. Uno studio successivo ha invece rivelato che le piume del nodosauro – un enorme erbivoro tozzo e corazzato vissuto nel Cretaceo, circa 90 milioni di anni fa – probabilmente erano rossastre.

Finora non sono stati scoperti fossili che permettano di capire con certezza come fossero gli organi riproduttivi dei dinosauri, ma nel fossile di uno psittacosauro che visse più o meno 120 milioni di anni fa nella Cina nord-orientale è stato possibile osservare una cloaca simile a quella presente nei rettili, negli uccelli e negli anfibi dei giorni nostri: un orifizio che oltre a servire per espellere le feci e le urine serve anche per la riproduzione e per deporre le uova.

Lo psittacosauro – il cui nome significa letteralmente “lucertola pappagallo” – è uno dei dinosauri di cui sono stati trovati e studiati più fossili. Era erbivoro, da adulto poteva raggiungere i 2 metri di lunghezza ed era imparentato col più conosciuto triceratopo, noto per la sua forma tozza, l’enorme collare osseo e i tre corni sul muso.

Jakob Vinther, professore di Macroevoluzione dell’Università di Bristol e autore di uno studio sulla cloaca del fossile cinese, ha spiegato a BBC Future che l’orifizio si trovava proprio sotto la coda dell’animale ed era caratterizzato da un’elevata presenza di melanina, il pigmento con funzioni protettive responsabile della colorazione della pelle, dei capelli e degli occhi delle persone e di tanti altri animali.

Non è chiaro se lo psittacosauro fossile fosse femmina o maschio, ma per via di questa caratteristica anatomica che condivideva con tanti animali contemporanei è stato possibile fare due ipotesi.

La prima è che sia i maschi che le femmine di dinosauro fossero dotati di una cloaca, e che la riproduzione avvenisse tramite il semplice contatto, come accade nella stragrande maggioranza degli uccelli, dove il maschio feconda la femmina avvicinando la propria cloaca a quella della femmina ed espellendo lo sperma. La seconda è che i maschi fossero dotati di un organo che penetrasse le femmine attraverso la cloaca, come succede tra coccodrilli.

Se confermata, la prima ipotesi sarebbe un ulteriore elemento in favore delle teorie più condivise, secondo cui gli uccelli dei giorni nostri si sarebbero evoluti da un gruppo di dinosauri chiamati teropodi, un sottordine di bipedi carnivori a cui appartengono tra gli altri i famosi Tyrannosaurus rex e i velociraptor.

Quanto alla seconda ipotesi, quella secondo cui i maschi dei dinosauri avevano un pene, Vinther ha citato come ulteriore indizio a favore la scoperta dei resti di due tirannosauri che si sono fossilizzati con le code accavallate e le teste rivolte in direzioni diverse nell’area geologica di Yixian, sempre nel nord-est della Cina.

Questa posizione di coppia ricorda quella di una serie di fossili di tartarughe acquatiche che si ritiene siano morte improvvisamente mentre si stavano accoppiando nella fossa di Messel, un sito archeologico vicino a Francoforte, dove tra 57 e 36 milioni di anni fa si trovava un lago.

Gli scienziati hanno ipotizzato che i corpi delle tartarughe siano rimasti uniti dopo la loro morte grazie alla penetrazione del pene del maschio nell’organo sessuale della femmina, che sarebbero rimasti incastrati: le teste sarebbero invece orientate in direzioni opposte perché i corpi degli animali sarebbero stati spostati dal movimento delle acque del lago. Per Vinther la stessa cosa potrebbe essere successa con i due tirannosauri, i cui resti furono a loro volta coperti dall’acqua.

Al momento non ci sono prove concrete per confermare nessuna delle due ipotesi, quella “cloaca-cloaca” e quella “cloaca-pene”, ma Vinther sembra propendere per la seconda sulla base del fossile dei due T-Rex: «Credo che furono colti sul fatto».

Immagine tratta dallo studio di Vinther pubblicato sulla rivista scientifica Current Biology

Lo scienziato ha anche fatto delle ipotesi sulla melanina intorno alla cloaca dello psittacosauro: poteva servire a proteggerla da eventuali infezioni, ma forse poteva avere anche un’altra funzione. Dal momento che i pigmenti si trovavano perlopiù sulla parte esterna di due specie di labbra che si aprivano a V, ma non esattamente attorno all’orifizio, lui e i suoi collaboratori hanno ipotizzato che il colore più scuro dato dalla melanina non servisse a proteggere la cloaca, quanto ad aiutare i dinosauri (almeno quelli in cui la cloaca non era coperta dal piumaggio) ad attirare i partner sessuali, un po’ come i pavoni attirano le femmine con i colori sgargianti delle loro code.

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Gli scienziati si interrogano puntualmente su quali funzioni potessero avere molte caratteristiche fisiche dei dinosauri, come le due creste sulla testa del dilofosauro, il grande collare osseo e i tre corni del triceratopo o il collo lungo e sottile del diplodoco, oltre che naturalmente il loro piumaggio.

Come ha spiegato Rob Knell, professore di Ecologia evoluzionistica alla Queen Mary University of London, è possibile che fossero legate ai comportamenti sessuali. È una teoria coerente con quanto evidenziato da alcuni ricercatori che in uno studio del 2009 avevano osservato come i segni di varie ferite sui teschi di alcuni triceratopi erano compatibili con quelle che avrebbero potuto lasciare altri triceratopi in una lotta, forse per contendersi un animale con cui accoppiarsi.

Knell ha detto inoltre di essere convinto che a livello generale i dinosauri mostrassero «comportamenti inusuali durante l’accoppiamento», in maniera analoga a quello che fanno certi uccelli oggi: è un’ipotesi con cui sono d’accordo anche altri scienziati.

Nel 2016 un gruppo di paleontologi che avevano effettuato alcuni scavi in Colorado ha notato che le depressioni trovate vicino ad alcuni fossili di dinosauri vissuti nel Cretaceo (il periodo compreso tra i 145 e i 65 milioni di anni fa) ricordavano l’elaborato corteggiamento degli struzzi, i più grandi uccelli del mondo viventi. Per attirare le femmine e dimostrare di essere in grado di scavare un nido nel terreno, i maschi di struzzo si buttano a terra e sbattono freneticamente le proprie ali, lasciando tracce sul terreno. Secondo gli scienziati, i dinosauri che avevano vissuto in quel territorio in quel periodo potrebbero aver creato deliberatamente i solchi nel terreno nel periodo della riproduzione. Anche questa comunque al momento è solo un’ipotesi.

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