La prima ricostruzione dell’omicidio di Alika Ogorchukwu
E ciò che sappiamo su Filippo Ferlazzo, arrestato in flagranza, che ha detto alla sua avvocata d'ufficio di avere problemi psichiatrici
Dalle prime indagini sull’omicidio di Alika Ogorchukwu, l’uomo nigeriano brutalmente ucciso per strada nel centro di Civitanova Marche (Macerata) nel pomeriggio di venerdì, sembra che Filippo Ferlazzo, arrestato in flagranza, abbia aggredito la vittima per «futili motivi». Lo hanno detto il dirigente della squadra Mobile di Macerata, Matteo Luconi, e quello del commissariato di polizia di Civitanova Marche, Fabio Mazza, che hanno parlato di una «reazione abnorme» alla richiesta di elemosina che Ogorchukwu aveva rivolto a Ferlazzo e alla sua compagna, citata sui giornali come “Elena D.”.
La testimonianza della donna ha permesso di ricostruire gli eventi precedenti all’omicidio. Lei e Ferlazzo (45 e 32 anni) avevano incontrato Ogorchukwu (39) mentre passeggiavano vicino alla stazione ferroviaria di Civitanova: l’uomo aveva chiesto loro dei soldi in cambio di un pacchetto di fazzoletti o come elemosina, e nel farlo aveva preso per un braccio la donna, che si era divincolata. La coppia si era poi allontanata fino a fermarsi davanti a un negozio di abbigliamento, dove Elena D. era entrata. L’aggressione è avvenuta mentre la donna era nel negozio: non ha assistito al pestaggio.
Una volta rimasto solo Ferlazzo avrebbe cercato e raggiunto Ogorchukwu in corso Umberto I, una via piena di negozi. Ciò che è successo dopo è stato ripreso da alcune telecamere presenti nella strada e da una giovane donna che era tra le cinque persone che hanno assistito alla scena. Ferlazzo ha preso la stampella che Ogorchukwu usava per aiutarsi a camminare – l’anno scorso era stato coinvolto in un incidente stradale – e l’ha usata per colpirlo più volte. Poi ha continuato a mani nude, quando Ogorchukwu era già a terra: l’ha schiacciato e picchiato brutalmente, per tre o quattro minuti.
Nel frattempo la polizia e i soccorsi erano stati chiamati; la telefonata alla centrale è stata ricevuta alle 14.11. I soccorritori non hanno potuto fare nulla per Ogorchukwu.
Dopo il pestaggio Ferlazzo si è allontanato portandosi via il cellulare di Ogorchukwu: per questo è stato accusato di rapina oltre che di omicidio volontario. L’arresto è avvenuto poco dopo e ora l’uomo si trova nel carcere di Montacuto, ad Ancona.
Sabato Ferlazzo ha incontrato Roberta Bizzarri, l’avvocata d’ufficio incaricata della sua difesa. Bizzarri ha detto che Ferlazzo le ha riferito di essere invalido civile al 100 per cento per problemi psichiatrici e per questo chiederà una perizia. Alcune persone che lavorano in ambito sanitario e che hanno parlato in condizioni di anonimato con il Corriere della Sera hanno detto che le diagnosi psichiatriche di Ferlazzo risalgono a quando l’uomo era più giovane e viveva a Salerno con i genitori: già in passato avrebbe avuto comportamenti aggressivi, tanto che il tribunale della città aveva nominato sua madre come amministratrice di sostegno. Ad aprile si sarebbe sottoposto a due visite psichiatriche all’ospedale di Civitanova, dove viveva da qualche mese, lavorando come operaio in una fonderia.
Parlando con Bizzarri, Ferlazzo avrebbe chiesto scusa per l’omicidio di Ogorchukwu, ha fatto sapere l’avvocata. La polizia ha escluso un movente di odio razziale, ma secondo Francesco Mantella, l’avvocato della famiglia di Ogorchukwu (era sposato e aveva un figlio), bisognerebbe fare ulteriori indagini in merito.
Lunedì Ferlazzo sarà nuovamente interrogato per la convalida del fermo e martedì la medica legale Ilaria De Vitis condurrà l’autopsia sul corpo di Ogorchukwu, per stabilire se l’uomo sia morto strangolato. Il presidente delle Marche Francesco Acquaroli, membro di Fratelli d’Italia, ha detto che la Regione chiederà di costituirsi parte civile nel processo.