L’Ucraina vuole liberare Kherson

Vorrebbe sfruttare il momento di stallo nella guerra per riprendere il controllo della prima grande città occupata dai russi, nel sud del paese, ma non sarà semplice

Soldati ucraini nella regione di Donetsk, 20 luglio (AP Photo/Nariman El-Mofty)
Soldati ucraini nella regione di Donetsk, 20 luglio (AP Photo/Nariman El-Mofty)

Le forze ucraine si stanno preparando per avviare un ambizioso contrattacco con l’obiettivo di riconquistare la città di Kherson, nel sud dell’Ucraina, la prima occupata dai russi all’inizio della guerra e oggi governata da politici filorussi. Kherson ha una grande rilevanza, sia per l’Ucraina che per la Russia: è un importante avamposto per i russi, dal quale vengono lanciati molti attacchi verso altre città della regione e oltre i confini regionali. Si trova infatti vicino alla foce del fiume Dnipro e non lontano dalle città portuali di Mykolaiv e Odessa, entrambe obiettivi russi.

Secondo l’Institute for the Study of War, un centro studi statunitense ritenuto molto affidabile, il contrattacco a Kherson potrebbe già essere iniziato.

«Vogliamo liberare il nostro territorio e riprenderne il controllo», ha detto il tenente maggiore Sergei Savchenko della 28esima brigata, che si trova lungo il fronte occidentale della regione di Kherson. «Siamo pronti, è il nostro obiettivo da tanto tempo». Nelle scorse settimane, in vista del contrattacco, le autorità ucraine avevano tentato di evacuare il più alto numero possibile di civili dall’area. A giugno la vice prima ministra ucraina, Iryna Vereshchuk, aveva detto ai civili di «andare via perché il nostro esercito senza dubbio libererà queste terre. La nostra forza di volontà è incrollabile».

L’esercito ucraino ha alzato l’intensità degli attacchi nella zona di Kherson già da tempo, in particolare grazie alla fornitura di HIMARS, lanciarazzi dotati di missili a medio raggio che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina a fine giugno. Questi lanciarazzi si sono rivelati assai precisi ed efficaci, contribuendo a mettere in crisi la logistica russa e rallentare l’avanzata russa nel Donbass, la regione orientale del paese dove in questi mesi si è concentrato il grosso dei combattimenti. Le forze ucraine però possiedono un numero limitato di HIMARS, insufficiente per un attacco su vasta scala.

Visto il momento di stallo e la pressione dovuta agli attacchi con gli HIMARS, i vertici militari ucraini hanno cominciato a pensare che fosse un buon momento per organizzare il contrattacco. «È come con le onde» ha detto al New York Times un importante ufficiale militare ucraino che ha preferito restare anonimo. «Adesso stiamo provocando piccole onde per arrivare ad averne una bella grossa».

Tuttavia ci sono dubbi sul potenziale di attacco a disposizione dell’Ucraina. In altre fasi della guerra c’erano stati contrattacchi anche efficaci, ma si trattava di operazioni su scala più ridotta. L’impressione è che un contrattacco come quello di Kherson richieda molte più armi offensive rispetto a quelle a disposizione delle forze ucraine.

Inoltre, liberare la zona vorrà dire con ogni probabilità l’inizio di una lunga ed estenuante guerriglia nell’area intorno al Dnipro e nella città di Kherson, con potenziali ingenti perdite tanto per l’esercito russo quanto per quello ucraino.

Secondo Phillips O’Brien, docente di studi strategici all’università scozzese di St. Andrews, stiamo comunque entrando in una nuova fase della guerra. Nella prima i russi avevano provato a conquistare Kiev per poi ritirarsi e iniziare la seconda fase, quella in cui hanno provato a occupare tutto il Donbass, riuscendoci con difficoltà e lentezze. Parlando con Bloomberg, O’Brien ha detto che la terza fase potrebbe essere quella del contrattacco ucraino: «Se la potenza di fuoco dei russi nel Donbass continua a ridursi, allora quel fronte di fatto si congelerà e la domanda successiva è: riusciranno gli ucraini a respingerli?».