Cosa dicono i sondaggi dopo la crisi

Sembrano aver guadagnato consensi Fratelli d'Italia e PD, mentre Lega, Forza Italia e M5S sono calati: la coalizione della destra è comunque grande favorita

Fratelli d'Italia viene dato come primo partito dai sondaggi (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
Fratelli d'Italia viene dato come primo partito dai sondaggi (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
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Lunedì sono stati pubblicati i primi sondaggi dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi e dopo la scelta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di sciogliere le camere. Secondo le rilevazioni indipendenti tra loro degli istituti di statistica SWG e Quorum/YouTrend, i partiti con più consensi sono Fratelli d’Italia e Partito Democratico, con il primo dato in leggero vantaggio tra il 23 e il 25 per cento. Al terzo posto, con circa dieci punti percentuali di distacco, c’è la Lega, che sembra aver pagato più degli altri alleati di centrodestra la crisi di governo, almeno stando ai sondaggi. Un altro partito che ha visto un calo di consensi dopo la crisi è il Movimento 5 Stelle, al momento dato intorno al 10 per cento.

I sondaggi possono sbagliare, ed è successo di recente anche platealmente, all’estero e in Italia: specialmente possono sbagliarsi quelli estivi e quelli condotti così a ridosso di grossi sommovimenti politici come una crisi di governo. La campagna elettorale poi di fatto deve ancora iniziare, e per quanto breve si suppone che sposterà qualcosa, in un senso o nell’altro. A influire sui risultati dei singoli partiti saranno poi le alleanze che in parte devono essere decise. Alle elezioni mancano ancora due mesi, un tempo di per sé breve ma piuttosto lungo per la politica italiana e sufficiente a cambiare le cose, soprattutto vista l’alta percentuale di indecisi.

SWG ha pubblicato un sondaggio per il TgLa7 secondo il quale Fratelli d’Italia è il primo partito con il 25 per cento, 1,2 punti in più rispetto a una settimana fa. Anche il PD ha guadagnato poco più di un punto percentuale e viene dato al 23,2 per cento. La Lega invece viene data al 12,4 per cento, il Movimento 5 Stelle al 10,1 e Forza Italia al 7,1. In ascesa anche Azione/+Europa, dato al 6 per cento. Insieme per il futuro, il gruppo parlamentare di Luigi Di Maio fondato dopo la sua uscita dal M5S, viene dato all’1,5 per cento.

Le rilevazioni di SWG sono in linea con quelle diffuse da Quorum/YouTrend e realizzate per SkyTg24. YouTrend assegna un aumento di consensi più ridotto a Fratelli d’Italia, dato al 23,8 per cento, mentre il PD viene dato al 22,8 per cento.

– Leggi anche: Come si fanno i sondaggi politici

Il consenso stimato per la Lega e per Forza Italia è leggermente più alto rispetto a SWG, rispettivamente al 13,4 per cento e all’8,3 per cento, mentre quello del M5S è leggermente più basso, al 9,8. Anche ad Azione/+Europa YouTrend assegna un consenso leggermente inferiore di SWG: 4,9 per cento. Va comunque segnalato che sia nel sondaggio di YouTrend che in quello di SWG c’è una cospicua quota di persone indecise che non ha risposto, intorno al 41 per cento.

Su Repubblica di oggi, Tommaso Ciriaco scrive che tra le segreterie politiche del PD e degli altri partiti minori di centrosinistra (Articolo 1, Verdi, Sinistra Italiana) sta circolando una proiezione basata sulle precedenti elezioni, e adattata alla legge elettorale con cui si voterà a settembre, il “Rosatellum”. La proiezione assegnerebbe al centrodestra una solida maggioranza assoluta alle prossime elezioni, per la precisione tra il 56 e il 57 per cento dei seggi in parlamento.

Il calcolo, spiega Ciriaco, è stato fatto tenendo conto della ripartizione dei seggi tra proporzionale e maggioritario, come prevede la legge elettorale. Secondo la proiezione, il PD potrebbe vincere in circa 20 collegi uninominali dei 147 della Camera, e in 11 dei 74 del Senato. I collegi uninominali sono quelli in cui vige il maggioritario, e vince il candidato che prende anche solo un voto in più. Stando a questi numeri, scrive Ciriaco, la coalizione della destra potrebbe ottenere un numero molto alto di collegi uninominali, fino all’85 per cento. A questa ipotetica quota di collegi uninominali vanno sommati quelli assegnati con il proporzionale (i collegi plurinominali) vinti dalla destra, che secondo la proiezione potrebbero essere circa il 40 per cento. Si arriva così al 56-57 per cento stimato dei seggi totali.

È uno scenario preoccupante per il centrosinistra, anche perché la proiezione non si basa sugli ultimi sondaggi, secondo cui la destra potrebbe ottenere in totale quasi il 45 per cento dei voti. In questo caso guadagnerebbe una quota più ampia di collegi plurinominali rispetto a quelli previsti dalla proiezione, che gli permetterebbe di arrivare a una maggioranza di oltre il 60 per cento.

Secondo Ciriaco, visto che sembra esclusa un’alleanza con il M5S, per limitare i danni il PD sta considerando se sia possibile tenere insieme un’eventuale coalizione di centrosinistra con Articolo 1, i Verdi e Sinistra Italiana e allo stesso tempo aderire al cosiddetto “fronte repubblicano” centrista di Azione e +Europa. In questo modo sarebbero più contendibili alcuni collegi uninominali, soprattutto nelle aree delle grandi città e in alcune zone del Centro-Nord.

– Leggi anche: Cos’è questo “fronte repubblicano”

Anche così però resta complicato evitare che la destra ottenga la maggioranza assoluta. YouTrend ha pubblicato alcune simulazioni sulla base del sondaggio di lunedì, in cui si prendono in considerazione tre scenari: il centrosinistra alleato con Azione/+Europa e gli altri partiti centristi, il centrosinistra che va da solo e il centrosinistra con il Movimento 5 Stelle.

In tutti e tre gli scenari la destra otterrebbe la maggioranza assoluta, con un margine contenuto solo nel primo scenario, quello in cui il PD riesce a tenere insieme centrosinistra e partiti centristi.