L’OMS ha dichiarato il vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria internazionale

È la settima volta nella storia che prende una decisione del genere: l'ultima aveva riguardato il COVID-19

Una foto scattata nel 1997 in Repubblica Democratica del Congo alle mani di una persona malata di vaiolo delle scimmie (CDC via AP, File)
Una foto scattata nel 1997 in Repubblica Democratica del Congo alle mani di una persona malata di vaiolo delle scimmie (CDC via AP, File)
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato la diffusione del vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria internazionale, cioè la definizione più grave per una minaccia di tipo sanitario fra quelle in uso. Il vaiolo delle scimmie è una malattia causata da un virus appartenente alla stessa famiglia del vaiolo: al momento sono stati individuati circa 16mila casi in 75 paesi al mondo. Secondo l’OMS le morti attribuibili all’attuale aumento di casi sono cinque.

Il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha annunciato la decisione di considerare la sua diffusione un’emergenza sanitaria internazionale nonostante un apposito comitato di esperti messo insieme dall’OMS non avesse espresso alcuna indicazione a riguardo; né a giugno, quando si era riunita per la prima volta, né nei giorni scorsi. Nel motivare la sua decisione, Ghebreyesus ha spiegato di avere preso questa decisione perché il vaiolo delle scimmie «si diffonde nel mondo con modalità di trasmissione di cui sappiamo troppo poco». Ghebreyesus, parlando coi giornalisti, ha anche criticato l’attuale modello con cui l’OMS gestisce casi di questo tipo, sostenendo che debba diventare «più efficiente».

L’OMS dichiara un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale quando ci si trova di fronte a «un evento straordinario che può comportare rischi per la salute pubblica in altri stati». L’organizzazione ha dichiarato questo tipo di emergenza altre sei volte: nel 2009 con l’epidemia di influenza H1N1, nel maggio del 2014 per la poliomielite, nel 2014 e nel 2019 per Ebola, nel 2016 per il virus Zika e nel 2020 per il nuovo coronavirus (2019-nCoV).

Il vaiolo delle scimmie è una malattia infettiva causata dal virus MPXV (Monkeypox virus) e non va confusa con il ben più rischioso vaiolo, malattia dichiarata eradicata nel 1980 dall’OMS in seguito a una massiccia campagna di vaccinazione condotta tra la fine degli anni Cinquanta e la fine degli anni Settanta.

– Ascolta anche: La puntata di “Ci vuole una scienza” sul vaiolo delle scimmie

In generale, il vaiolo delle scimmie è diffuso nei primati non umani (come suggerisce il nome) e in alcune specie di piccoli roditori, soprattutto in Africa. L’infezione si trasmette da questi animali agli esseri umani attraverso la saliva e altri fluidi, oppure in seguito a un contatto diretto. Una persona infetta può in alcune circostanze contagiarne un’altra, per esempio attraverso gocce di saliva, contatti con ferite o liquidi biologici infetti, ma le vie di trasmissione umano-umano non sono ancora completamente chiare e sono considerate rare dagli esperti.

Nel giro di pochi giorni chi contrae il virus sviluppa sintomi tipici delle infezioni virali come febbre, dolori muscolari, mal di testa, spossatezza e ingrossamento dei linfonodi. La malattia causa poi la comparsa di vescicole e pustole sul viso e in seguito sulle mani e sui piedi, che possono rivelarsi molto pruriginose e con la formazione di croste. Il vaiolo delle scimmie ha nella maggior parte dei casi un decorso positivo. I sintomi si attenuano e scompaiono in un paio di settimane, senza la necessità di dover seguire particolari terapie.