Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha licenziato la procuratrice generale del paese e il capo dei servizi segreti

Un'immagine del video con cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato il licenziamento della procuratrice generale e del capo dei servizi segreti (YouTube)
Un'immagine del video con cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato il licenziamento della procuratrice generale e del capo dei servizi segreti (YouTube)

Domenica il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha licenziato due importanti funzionari ucraini: la procuratrice generale del paese, Iryna Venediktova, e il capo dei servizi segreti, Ivan Bakanov. Secondo Zelensky, più di 60 dipendenti degli uffici da loro diretti collaboravano con l’esercito russo all’interno dei territori occupati, lavorando contro lo stato ucraino. In totale, ha detto Zelensky, sono stati aperti 651 casi di alto tradimento nei confronti di funzionari e membri delle forze dell’ordine ucraine.

Il licenziamento di Venediktova e Bakanov è piuttosto significativo: prima dell’invasione, Zelensky aveva licenziato diversi funzionari e membri del suo governo, ma da quando era iniziata la guerra le istituzioni ucraine erano rimaste piuttosto compatte.

Nel corso dell’invasione, la procuratrice generale Venediktova aveva assunto un ruolo di primo piano per aver avviato diverse indagini per crimini di guerra contro soldati russi: ora verrà sostituita da Oleksy Symonenko, suo vice. Non si sa invece ancora chi sostituirà Bakanov, al cui possibile licenziamento sembra che Zelensky pensasse già da tempo. Bakanov, un ex attore comico e amico del presidente ucraino, era già stato ritenuto inadatto al suo ruolo e responsabile di una serie di falle nei servizi di sicurezza ucraini. Alcune di queste, secondo funzionari del governo, avevano facilitato la conquista russa di Kherson, città dell’Ucraina meridionale.