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  • Sabato 9 luglio 2022

Il libro femminista che contribuì a far crollare il regime portoghese

Con “Le nuove lettere portoghesi”, uscito 50 anni fa, il collettivo delle Tre Marie denunciò le oppressioni delle donne nel paese

Un murale dedicato a Maria Teresa Horta, Maria Isabel Barreno e Maria Velho da Costa, le "Tre Marie", a Vila Nova de Cerveira, nel nord del Portogallo (Wikimedia)
Un murale dedicato a Maria Teresa Horta, Maria Isabel Barreno e Maria Velho da Costa, le "Tre Marie", a Vila Nova de Cerveira, nel nord del Portogallo (Wikimedia)
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Un giorno del febbraio del 1971 l’impiegata e scrittrice femminista portoghese Maria Velho da Costa si rivolse alle due amiche con cui era a pranzo nel Bairro Alto di Lisbona e disse: «Se una donna provoca da sola tutta questa confusione, questo trambusto, questo scandalo, cosa succederebbe se fossimo in tre?».

Da Costa si riferiva alla persecuzione e alle umiliazioni che aveva subìto l’amica Maria Teresa Horta, giornalista del quotidiano A Capital, che da poco aveva pubblicato una raccolta di poesie sul piacere sessuale femminile, Minha Senhora de Mim (Mia signora di me). Fu in quel momento che da Costa e Horta decisero di cominciare a scrivere assieme a Maria Isabel Barreno, a sua volta attivista femminista, un’opera che contestasse i valori della società patriarcale e la dittatura conservatrice e fascista che governava allora in Portogallo, guidata da Marcelo Caetano, denunciando le oppressioni subite dalle donne.

Nacquero così le Novas Cartas Portuguesas (Le nuove lettere portoghesi), una raccolta di poesie, lettere e saggi pubblicata cinquant’anni fa, che creò subito un grosso scandalo ma che produsse anche una mobilitazione internazionale che contribuì a far crollare il regime.

Le nuove lettere portoghesi furono pubblicate nel 1972 e furono scritte in maniera collettiva da Horta, da Costa e Barreno, che per via del loro nome erano conosciute come “as três Marias”, le Tre Marie. Per scriverle le tre attiviste si erano ispirate alle Lettere di una monaca portoghese, un romanzo epistolare del Seicento, probabilmente apocrifo, in cui una suora francescana raccontava di essere stata sedotta e abbandonata da un ufficiale francese: uno dei casi più discussi della letteratura francese dell’epoca e per certi versi una metafora della società portoghese, a loro dire.

Nella raccolta, le Tre Marie descrivevano la condizione delle donne in Portogallo, oppresse da una cultura machista, piena di misoginia e violenze domestiche, influenzata anche dalla forte presenza della Chiesa cattolica. Esploravano argomenti come le discriminazioni di genere e il diritto all’aborto, ma anche temi che riguardavano più da vicino la vita politica, come le violenze nelle guerre coloniali in Angola, in Mozambico e nell’attuale Guinea-Bissau, e che già stavano rendendo impopolare il governo di Caetano.

Per dare l’idea, in una lettera del libro, che dovrebbe raccontare le memorie di una ragazzina, si dice che i compiti delle persone «si dividono in due specie: quelli degli uomini e quelli delle donne […] agli uomini Dio nostro Signore ha assegnato il compito di sorvegliare e comandare […] poi ci sono i compiti delle donne, che prima di tutto devono fare figli, occuparsi di loro quando sono malati ed educarli».

Ci sono anche passaggi più esplicitamente erotici, come quello che riguarda una suora e che descrive il desiderio di riappropriazione del corpo femminile attraverso la masturbazione, citando tra gli altri i termini «vagina» e «clitoride», uno scandalo per l’epoca.

Alcuni editori che le autrici avevano contattato per far pubblicare il testo si erano rifiutati per il rischio della censura. Il volume fu infine pubblicato dalla casa editrice Estúdios Cor grazie alla collaborazione della scrittrice Natália Correia, che nel 1969 era stata condannata a tre anni di carcere, con sospensione della pena, per i contenuti della sua Antologia de Poesia Portuguesa Erótica e Satírica, considerati osceni dal regime.

Anche Le nuove lettere portoghesi furono censurate dall’ente governativo che si occupava di censura, perché ritenute «pornografiche» e «incompatibili con la morale pubblica». Nei mesi successivi le Tre Marie cominciarono a subire intimidazioni e umiliazioni, nel tentativo sistematico da parte del regime di screditarle: come ha raccontato Horta in un’intervista data nel 2020 al sito di notizie Esquerda.net, furono accusate di abuso di libertà a mezzo stampa e di aver compiuto «un oltraggio alla morale pubblica». «Le nuove lettere portoghesi furono considerate gravissime perché erano state scritte da donne. E quelle donne dovevano essere umiliate».

Al tempo stesso, varie copie del loro libro continuarono a circolare di nascosto, e alcune furono portate in Francia, dove arrivarono a importanti scrittrici femministe, come Marguerite Duras, Simone de Beauvoir e Christiane Rochefort.

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Il caso delle Tre Marie provocò una grande mobilitazione internazionale tra i movimenti femministi, sia in Europa che al di fuori. Vari giornali francesi pubblicarono diversi estratti del testo, che venne letto anche nei teatri di Londra e New York. Note autrici anglofone, come Doris Lessing, Jean Rhys e Iris Murdoch, scrissero al Times per protestare contro il modo in cui venivano trattate le autrici in Portogallo; ci furono manifestazioni e marce anche in Belgio e nei Paesi Bassi.

Il loro caso interessò anche i movimenti femministi in Italia, dove le circostanze che portarono al processo delle tre autrici, cominciato il 25 ottobre del 1973 a porte chiuse, furono molto seguite dalla storica rivista femminista Effe.

Le ampie dimostrazioni di solidarietà ricevute all’estero dalle Tre Marie contribuirono a screditare a livello internazionale il regime portoghese, la cui popolarità nel frattempo era già calata, facendo emergere un certo malcontento. Il 18 aprile del 1974, il giorno in cui il giudice avrebbe dovuto leggere la sentenza, «il posto era già pieno di femministe e di televisioni di diversi paesi», ha ricordato Horta nell’intervista del 2020, e si prevedeva che ci sarebbero stati «grandi disordini». Il regime voleva che le autrici ritrattassero pubblicamente e dicessero di non aver avuto intenzione di «offendere il governo, né il buon nome del Portogallo».

Per il timore di grossi disordini la lettura della sentenza fu rinviata al successivo 25 aprile, lo stesso giorno in cui la dittatura fu rovesciata con il colpo di stato conosciuto come la Rivoluzione dei Garofani (Revolução dos Cravos), dal gesto di una fioraia che nei giorni della sommossa offrì ai soldati fiori da inserire nelle canne dei fucili.

Poche settimane dopo, le Tre Marie furono prosciolte da tutte accuse. Nelle motivazioni della sentenza, il giudice che si espresse sul caso disse che il libro era «un’opera di elevato valore letterario».

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In Portogallo la maggior parte delle persone conosce la storia delle Tre Marie ma non ha mai letto Le nuove lettere portoghesi. Secondo la poeta e studiosa Ana Luísa Amaral, che ha curato una nuova edizione del testo, adesso però le cose stanno cambiando: l’interesse verso l’opera è cresciuto sia perché è un «grande libro», sia perché riguarda temi comunque molto attuali, come il diritto all’aborto o le violenze in guerra.

In occasione dei cinquant’anni dall’uscita del libro in varie città del Portogallo sono state organizzate mostre e letture, mentre a breve usciranno anche un documentario e una serie televisiva sulla storia delle Tre Marie. Nel documentario, chiamato “Mulheres de abril” (le donne di aprile), comparirà anche Horta, l’unica delle tre ancora viva. Barreno è morta nel 2016, da Costa nel 2020.