La Chiesa italiana ha avviato un’indagine indipendente sugli abusi al suo interno

Lo ha annunciato il nuovo capo dei vescovi italiani, Matteo Zuppi: i primi risultati saranno diffusi a novembre

Il cardinale Matteo Zuppi (Cecilia Fabiano /LaPresse)
Il cardinale Matteo Zuppi (Cecilia Fabiano /LaPresse)
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La Chiesa italiana ha avviato un’indagine indipendente sugli abusi sessuali e la pedofilia al suo interno per la prima volta nella sua storia. Lo ha annunciato durante una conferenza stampa Matteo Zuppi, che martedì era stato nominato da Papa Francesco nuovo presidente della CEI, l’assemblea permanente dei vescovi italiani. Negli ultimi anni diverse Chiese nel mondo hanno realizzato rapporti di questo tipo, e da tempo si discuteva della possibilità di fare lo stesso anche in Italia.

In conferenza stampa Zuppi ha spiegato che all’indagine stanno lavorando «due istituti universitari di criminologia e vittimologia», di cui non ha voluto dire il nome «per questioni amministrative». Un primo rapporto sui risultati dell’indagine sarà diffuso dalla Chiesa entro il 18 novembre, quindi fra poco meno di sei mesi. Zuppi non ha specificato da quanto siano al lavoro i due istituti universitari – se quindi siano stati ingaggiati dal suo predecessore, Gualtiero Bassetti – e a quali dati abbiano accesso.

L’indagine riguarderà soltanto casi avvenuti negli ultimi vent’anni, dal 2000 al 2021. Rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva perché non andare indietro fino agli anni Quaranta, come per esempio ha fatto la Chiesa francese, Zuppi ha risposto che non gli sembra corretto «giudicare con criteri di oggi cose di ottant’anni fa», e che i casi più recenti riguardano membri ancora all’interno della Chiesa, lasciando intendere che i responsabili potrebbero ricevere una forma di punizione.

Zuppi ha 66 anni, è nato e ha lavorato soprattutto a Roma e proviene dagli ambienti progressisti della Chiesa italiana: è da sempre vicinissimo alla Comunità di Sant’Egidio, una delle più popolari e influenti associazioni cattoliche italiane, che si occupa soprattutto di lotta alla povertà.

Della possibilità che Zuppi avviasse una indagine di questo tipo si era parlato anche prima della sua nomina: il vaticanista di Repubblica Paolo Rodari aveva scritto che secondo «alcune uscite recenti», Zuppi sembrava preferire una inchiesta affidata a una commissione interna alla Chiesa, piuttosto che a un’autorità indipendente.

Finora nella Chiesa italiana c’erano state enormi resistenze nei confronti di un’inchiesta di questo tipo. Il Mulino ricorda che ancora nel 2010 «il segretario della CEI, Giuseppe Betori, dichiarava impunemente che la pedofilia tra le fila del clero è un “fenomeno estremamente limitato”. Grazie soprattutto all’azione di papa Francesco, l’orientamento culturale è significativamente mutato».