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  • Domenica 22 maggio 2022

Perché la Russia ha perso così tanti carri armati in Ucraina

Almeno un quarto di quelli a sua disposizione, per impreparazione e per un "errore di progettazione"

Alcune persone ucraine osservano un carro armato russo distrutto fuori Kiev, ad aprile (AP Photo/Evgeniy Maloletka, File)
Alcune persone ucraine osservano un carro armato russo distrutto fuori Kiev, ad aprile (AP Photo/Evgeniy Maloletka, File)
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Nel corso dell’invasione dell’Ucraina, le forze russe hanno perso un eccezionale numero di carri armati. Secondo le stime dell’esercito ucraino, che però sono giudicate eccessive, i carri armati russi distrutti sarebbero 1.300; ma anche se ci si basa su stime indipendenti e più affidabili fatte da esperti militari occidentali si parla di almeno 700 mezzi distrutti. Come ha scritto Le Monde, sono circa un quarto del totale dei carri armati a disposizione della Russia.

Questo grandissimo numero di carri armati persi (a cui si vanno ad aggiungere gli altri mezzi blindati) è un fattore piuttosto notevole dal punto di vista militare. Ha condizionato soprattutto la prima fase della guerra, quella che si è combattuta a nord e attorno a Kiev, e ha varie spiegazioni: in parte la strategia usata dai russi, in parte l’impreparazione dei militari dell’esercito, e in parte preponderante il fatto che i carri armati russi, molti dei quali risalenti all’epoca sovietica, sono particolarmente inadatti ad affrontare le armi di cui è fornito l’esercito ucraino, a tal punto che si è parlato di un “difetto di progettazione”.

Soprattutto nella prima fase della guerra, quando le forze russe hanno cercato invano di conquistare Kiev e il nord dell’Ucraina, le lunghe colonne di carri armati russi bloccati e semidistrutti lungo le strade ucraine sono stati uno dei simboli del fallimento dell’offensiva russa.

Questo fallimento si deve anzitutto a vari errori tattici dell’esercito russo, basati su previsioni completamente sbagliate. La Russia era convinta che sarebbe stata in grado di conquistare Kiev nel giro di pochi giorni, e che in generale avrebbe incontrato poca resistenza nella sua avanzata: per questo, le forze russe non si erano preoccupate più di tanto di proteggere i loro mezzi pesanti e blindati, come i carri armati, e li avevano avviati in lunghe colonne lungo le strade principali dell’Ucraina, praticamente senza protezione.

La resistenza ucraina però è stata molto più tenace del previsto, come si è visto, e le colonne di carri armati russi sono diventate un bersaglio facile per i missili anticarro portatili Javelin e NLAW, che l’Occidente ha fornito all’Ucraina in enormi quantità: basta distruggere i primi carri della colonna e tutti gli altri sono bloccati.

In molte altre occasioni, i carri armati russi si sono trovati isolati, magari perché inviati in zone remote, e anche in quel caso sono diventati un bersaglio facile.

A questi problemi, sostengono gli esperti, ha contribuito il fatto che la dottrina militare russa concede molta poca autonomia ai propri soldati sul campo: i militari sono addestrati a seguire gli ordini in maniera rigida, e quando si trovano davanti a una condizione imprevista non hanno l’addestramento necessario per affrontarla.

Ci sono poi stati i numerosissimi casi di diserzione, che sono diventati famosi dopo che hanno preso a circolare immagini di agricoltori ucraini che trainavano con i loro trattori carri armati russi abbandonati.

Il fenomeno più commentato, però, è il fatto che i carri armati russi siano molto poco adatti per questa guerra.

In Ucraina, la Russia ha usato grossomodo tre tipi di carri armati: i T-72, che risalgono all’epoca sovietica e che costituiscono il grosso dei carri armati impiegati; i T-80, che sono una versione aggiornata dei T-72 e risalgono anche loro all’epoca sovietica; e i T-90, i più moderni tra quelli impiegati.

Benché siano mezzi diversi, tutti e tre condividono alcune caratteristiche progettuali: sono più piccoli e bassi dei carri armati occidentali (dunque più maneggevoli) e possono trasportare al loro interno soltanto tre persone, contro le quattro di buona parte dei mezzi dell’Occidente. Per risparmiare spazio, i progettisti sovietici decisero di inserire le munizioni all’interno del carro armato, sotto la torretta.

Questa caratteristica rende i carri armati particolarmente vulnerabili agli attacchi dall’alto, perché un’esplosione sul tetto (può bastare un forte aumento della temperatura, o della pressione all’interno dell’abitacolo) può far esplodere le munizioni, distruggendo il carro armato dall’interno e mettendo gravemente in pericolo le persone che ci sono dentro, che hanno pochissimi secondi per abbandonare il mezzo.

Il fatto è che i Javelin in dotazione all’esercito ucraino attaccano i carri armati proprio in questo modo, con una traiettoria particolare che fa cadere il missile esattamente sul tetto del mezzo. Non è un caso che, nelle zone da cui la Russia si è ritirata nelle ultime settimane, sia pieno di carri armati con la torretta divelta: è saltata via dopo l’esplosione delle munizioni all’interno.

I carri armati occidentali non hanno questo problema: le munizioni sono spesso posizionate all’esterno del mezzo, che rimane protetto anche in caso di esplosione.

Nella seconda fase della guerra, quella che si sta combattendo nell’oriente dell’Ucraina, le cose sono parzialmente cambiate: la Russia ha imparato dagli errori e sta proteggendo un po’ meglio i suoi mezzi, anche se il numero dei carri armati distrutti rimane comunque molto elevato.