I molti terremoti vicino a Firenze

Dal 2 maggio ne sono stati registrati oltre 200, quasi tutti lievi, ma quelli avvertiti dalla popolazione hanno suscitato qualche preoccupazione

Firenze, Italia (ANSA)
Firenze, Italia (ANSA)
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Dal 2 maggio, nell’area del Chianti fiorentino, in Toscana, sono stati registrati oltre 200 terremoti di lieve entità con magnitudo inferiore a 2, ma anche alcune scosse più forti fino a magnitudo 3.7, chiaramente percepite dalla popolazione in un’ampia area di territorio che comprende Firenze. La sequenza sismica in corso non ha causato danni o feriti e secondo gli esperti non è al momento preoccupante, per quanto sia difficile fare previsioni sulla sua evoluzione.

La scossa più intensa registrata di recente è avvenuta nella notte del 12 maggio, di magnitudo 3.7 con epicentro a circa 3 chilometri da Impruneta, vicino a Firenze, a una profondità di circa 8 chilometri. Il terremoto relativamente superficiale ha fatto sì che la scossa fosse avvertita dalla popolazione anche a notevole distanza, con molte persone che sono scese in strada temendo l’arrivo di scosse più forti.

L’evento sismico del 12 maggio è avvenuto nella stessa zona dove il 3 maggio erano stati rilevati altri due terremoti rispettivamente con magnitudo 3.7 e 3.4, avvenuti nel tardo pomeriggio e poi nella sera. In seguito si erano verificate diverse altre scosse più lievi, che secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) fanno parte della medesima sequenza sismica.

La frequenza delle scosse, per quanto nella maggior parte dei casi di entità lieve, ha spinto molti a chiedersi se possano esserci rischi di terremoti molto più forti. Come avviene spesso in questi casi, sui social network è circolato un po’ di tutto, tra messaggi allarmati e false notizie circa futuri terremoti, aggiungendo ulteriore confusione sul tema.

Contatore e mappa dei terremoti dal 2 maggio nella zona di Impruneta, Firenze (INGV)

Come ha spiegato di recente il divulgatore e sismologo dell’INGV, Alessandro Amato, l’attuale situazione: «Non significa affatto che sia il preludio di qualcosa di devastante, come alcuni credono pensando a L’Aquila 2009. Ricordo anzi che la maggior parte di queste sequenze e sciami in Italia (+90 per cento) dura meno di 15 giorni (senza scosse superiori o uguali a 5.5)». La sequenza in corso a Impruneta mantiene comunque alcuni aspetti di imprevedibilità, legati alla sua complessità, e proprio per questo è difficile valutarne l’evoluzione.

La soglia del danno agli edifici in caso di terremoto è solitamente intorno a una magnitudo 5.5, dunque un evento mille volte superiore a quelli di magnitudo 3.5 in termini di energia rilasciata. Le case di recente costruzione o sottoposte ad adeguamento sismico, come previsto dalle leggi, sono progettate per assorbire facilmente scosse di entità paragonabile a quelle registrate nel Chianti fiorentino.

Dai dati raccolti nel corso del tempo, la zona è considerata a media pericolosità sismica. Gli eventi sismici più significativi furono registrati nel maggio del 1895 con magnitudo 5.5 e nel marzo del 1959 con un terremoto sul quale rimasero poche informazioni, e che fu velocemente dimenticato dalla memoria collettiva, forse sostituito nei ricordi dopo pochi anni dall’alluvione dell’Arno, avvenuta nel novembre del 1966.

Firenze ha comunque una propria storia sismica interessante, come riportano i dati dell’INGV. Nel 1148 in città ci fu un terremoto con magnitudo stimata 5.1 e altri terremoti nelle vicinanze, compreso uno di magnitudo 5.7 nella zona delle Colline metallifere nell’estate del 1414.

La mappa sulla pericolosità sismica dell’area, che viene in buona parte compilata sulla base dei dati storici, mostra comunque come le zone più a rischio siano verso nord e verso est, rispetto all’area di Firenze.

(INGV)

Tra il 2014 e il 2015 un’altra sequenza sismica interessò parte della provincia di Firenze, con terremoti il cui epicentro era un poco più a sud di quelli degli ultimi giorni. Fu rilevata una scossa di magnitudo 4.1 a fine 2014, poi scosse più lievi e una nuova attività a marzo e a settembre nell’anno seguente. Anche in quel caso non furono segnalati danni di rilievo.