In Sri Lanka i manifestanti antigovernativi hanno dato fuoco alla residenza della famiglia del presidente e a quelle di alcuni ministri

Un agente di polizia davanti alla residenza ufficiale del primo ministro a Colombo, Sri Lanka, 9 maggio (EPA/ Chamila Karunarathne via ANSA)
Un agente di polizia davanti alla residenza ufficiale del primo ministro a Colombo, Sri Lanka, 9 maggio (EPA/ Chamila Karunarathne via ANSA)

Lunedì, dopo la notizia delle dimissioni del primo ministro Mahinda Rajapaksa, sono proseguite le grosse proteste che vanno avanti da settimane contro il governo dello Sri Lanka, accusato di aver contribuito alla grave crisi in corso nel paese. Nonostante il coprifuoco introdotto su tutto il territorio nazionale, alcuni manifestanti hanno dato fuoco alle case di vari politici e ministri nella capitale Colombo, oltre alla residenza storica della famiglia Rajapaksa nel sud del paese.

Lo stesso Rajapaksa, che lunedì aveva dato le dimissioni proprio a causa delle ampie proteste, è stato soccorso durante un’operazione militare nelle prime ore del mattino: centinaia di manifestanti avevano assaltato la sua residenza ufficiale a Colombo, tentando di dare fuoco all’edificio principale, dove l’ex primo ministro si trovava con la propria famiglia e alcuni consiglieri politici.

In Sri Lanka, che si trova a sud dell’India e ha 22 milioni di abitanti, è in corso una gravissima crisi economica che ha portato a carenze di cibo, carburante e medicine; la situazione è stata aggravata anche dalla pandemia e dall’aumento dei prezzi di materie prime ed energia. Nei violenti scontri di questi giorni tra i sostenitori del governo e i manifestanti che erano accampati da settimane fuori dall’ufficio del primo ministro sono state uccise cinque persone e ne sono state ferite quasi 200.

I manifestanti stanno chiedendo da tempo anche le dimissioni del presidente, Gotabaya Rajapaksa, fratello minore dell’ex primo ministro.