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  • Martedì 10 maggio 2022

La visita di Mario Draghi negli Stati Uniti

Il presidente del Consiglio vedrà oggi Joe Biden: si parlerà di Ucraina e di gas, e di un cambiamento molto notato della politica estera italiana

Biden e Draghi durante il summit del G20 di ottobre a Roma (AP Photo/Evan Vucci)
Biden e Draghi durante il summit del G20 di ottobre a Roma (AP Photo/Evan Vucci)
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Il presidente del Consiglio Mario Draghi sarà ricevuto oggi alla Casa Bianca dal presidente americano Joe Biden, nella sua prima visita ufficiale negli Stati Uniti. Il colloquio tra Biden e Draghi è previsto alle 14 ora di Washington, e durerà circa un’ora. L’incontro sarà riservato, ma ci si aspetta che i due leader parleranno di guerra in Ucraina, di come aumentare l’impegno dell’Italia negli sforzi per aiutare il paese e della questione energetica.

L’accoglienza riservata a Draghi dall’amministrazione americana dovrebbe essere piuttosto calorosa. Dopo la politica estera spesso ambigua dei due governi di Giuseppe Conte, sotto Draghi l’Italia ha ribadito in maniera chiara le sue alleanze occidentali. Soprattutto, Draghi sta cambiando alcune posizioni storiche di vicinanza e ambiguità che per vari decenni avevano fatto dell’Italia il paese più filorusso dell’Europa occidentale: se per anni l’Italia è stata uno dei paesi più esitanti a contrastare la Russia con sanzioni e altri mezzi, sotto Draghi le cose sono cambiate.

Sarà ovviamente impossibile sapere cosa si diranno Biden e Draghi alla Casa Bianca, ma i giornali italiani in questi giorni hanno fatto circolare varie ipotesi parecchio informate e plausibili.

Si parlerà senz’altro di guerra in Ucraina, in cui gli Stati Uniti potrebbero chiedere l’aumento di alcuni impegni. Alcuni di questi sono già noti: l’Italia si è già impegnata ad aumentare la propria presenza sul “fianco est della NATO”. È anche probabile che sarà discusso un aumento degli aiuti all’Ucraina: gli Stati Uniti di recente hanno approvato un pacchetto da decine di miliardi di dollari in aiuti militari e umanitari, ed è previsto che chiedano all’Italia – così come a tutti gli altri partner europei – di aumentare anche i loro contributi.

La questione su cui probabilmente Draghi chiederà un maggiore impegno a Biden sarà l’energia. L’Italia sta facendo notevoli sforzi per limitare la sua dipendenza dal gas e dal petrolio russi e, ha scritto il Corriere della Sera, si parlerà della possibilità che le aziende americane forniscano all’Italia maggiori quantità di gas naturale liquefatto. Biden non può controllare queste aziende, ma potrebbe fare pressioni a favore dell’Italia. Allo stesso modo, sempre secondo il Corriere, Draghi potrebbe chiedere a Biden di sostenere con gli alleati europei la sua proposta di mettere un tetto unilaterale al prezzo del gas russo.

La visita di Draghi negli Stati Uniti è un evento notevole per varie ragioni. Il presidente del Consiglio ha rinsaldato l’alleanza con gli Stati Uniti come non succedeva da vari anni, ma soprattutto ha allontanato l’Italia dalle sue tradizionali posizioni di vicinanza alla Russia.

Nell’opinione pubblica e sui media, l’Italia rimane ancora di gran lunga il paese più filorusso dell’Europa occidentale, ma nelle scelte politiche le cose sono cambiate in maniera consistente con Draghi. Se dopo l’annessione russa della Crimea nel 2014 la posizione italiana era stata ambigua, e di fatto il paese aveva rallentato e limitato le misure di ritorsione messe in atto dall’Unione Europea, oggi l’Italia è uno dei paesi più determinati nei confronti della Russia. Varie ricostruzioni hanno anche sostenuto che, dopo alcune esitazioni iniziali, sia stato Draghi l’artefice delle sanzioni contro la Banca centrale russa, cioè quelle più dure in assoluto.

Questo cambiamento di politica è stato molto notato anche all’estero. Il Financial Times, pochi giorni fa, ha pubblicato un articolo in cui si sostiene che si tratti di «uno dei più grandi cambiamenti di politica in Europa da vari anni a questa parte, assieme al recente cambiamento di strategia militare della Germania». Su Bloomberg, si nota come perfino le aziende italiane, che sono storicamente vicine alla Russia e che nel 2014 erano state molto attive contro le sanzioni, oggi si siano allineate alla posizione di Draghi. Non è detto però che questo cambiamento sia irreversibile, nota sempre Bloomberg: le elezioni italiane sono tra un anno, «e Draghi non sarà un candidato».