Alexanda Kotey, foreign fighter dell’ISIS membro del gruppo soprannominato “i Beatles”, è stato condannato all’ergastolo negli Stati Uniti

Alexanda Kotey, a sinistra, e El Shafee Elsheikh, nel 2018 (AP Photo/Hussein Malla, File)
Alexanda Kotey, a sinistra, e El Shafee Elsheikh, nel 2018 (AP Photo/Hussein Malla, File)

Un tribunale federale degli Stati Uniti ha condannato all’ergastolo Alexanda Kotey, uno dei foreign fighter dell’ISIS che faceva parte del gruppo soprannominato “i Beatles”, noto per essersi reso responsabile, tra il 2014 e il 2015, della prigionia e decapitazione di alcuni ostaggi americani, britannici e giapponesi tra cui quella del giornalista statunitense James Foley. La condanna negli Stati Uniti riguarda il rapimento e la morte di Foley e di altri tre americani: il giornalista Steven Sotloff e gli operatori umanitari Kayla Mueller e Peter Kassig. I tre uomini furono decapitati.

Kotey ha 38 anni ed è originario di Londra, anche se è stato privato della cittadinanza britannica. Catturato nel 2018 da combattenti curdi in Siria insieme a El Shafee Elsheikh, un altro membro dei “Beatles”, lo scorso settembre si era dichiarato colpevole per tutti e otto i capi d’accusa nei propri confronti, relativi a rapimenti, atti di tortura e uccisioni. Al momento della sentenza era presente in tribunale anche Elsheikh, che lo scorso 14 aprile è stato giudicato colpevole di avere rapito e ucciso a sua volta. La sua sentenza sarà emessa ad agosto, ma il giudice del tribunale ha voluto che fosse presente in modo che i parenti delle vittime dei due foreign fighter non dovessero partecipare due volte alla lettura di sentenze parimenti dolorose.

Kotey e Elsheikh sono i membri dell’ISIS più coinvolti nelle azioni del gruppo terroristico a essere stati processati negli Stati Uniti. Entrambi potrebbero essere riportati nel Regno Unito per affrontare un processo anche nel loro paese d’origine.

Il membro dei “Beatles” di cui si era parlato di più era Mohammed Emwazi, conosciuto dalla stampa occidentale con il soprannome di “Jihadi John”: era l’uomo con il volto coperto che compariva nei video di decapitazione diffusi dallo Stato Islamico in Internet. Emwazi è stato ucciso da un drone nel 2015 a Raqqa, in Siria.