La domanda da farsi sul gas russo e la pace, secondo Mario Draghi

«Preferisce la pace o il condizionatore d’aria acceso?»

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi (LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili)
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi (LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili)

Mercoledì, al termine di un Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha risposto a una domanda di un giornalista sulla crisi energetica e sulla scelta o meno di bloccare gli acquisti di gas e idrocarburi dalla Russia, in risposta all’invasione dell’Ucraina. Draghi ha spiegato che su un tema così delicato il governo ha intenzione di assumere decisioni insieme al resto dei paesi dell’Unione Europa, e con l’obiettivo di raggiungere la pace in Ucraina:

Se ci propongono l’embargo sul gas e se l’Unione Europea è uniforme su questo noi saremo ben contenti di seguire, qualunque sia lo strumento che considereremo più importante, più efficace, per permettere una pace. Questo è quello che vogliamo.

Draghi ha spiegato che con le attuali riserve e gli altri contratti che non riguardano la Russia per le forniture del gas, l’Italia potrebbe essere coperta fino alla fine del prossimo ottobre: «Le conseguenze non le vedremmo fino all’autunno».

Terminando la sua risposta, Draghi è stato più incisivo sul tema dei costi e benefici tra blocco del gas e aumento dei suoi prezzi:

Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. […] Di fronte a queste due cose cosa preferiamo? La pace, oppure star tranquilli col termosifone acceso, anzi ormai l’aria condizionata accesa tutta l’estate? […] Preferisce la pace o il condizionatore d’aria acceso?