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  • Lunedì 28 marzo 2022

I Laburisti hanno vinto le elezioni parlamentari a Malta, di nuovo

Per la terza volta consecutiva, nonostante gli scandali e le accuse di corruzione degli ultimi anni

Il primo ministro maltese Robert Abela saluta i sostenitori del Partito Laburista dopo le elezioni di domenica (Jonathan Borg/ Xinhua via ANSA)
Il primo ministro maltese Robert Abela saluta i sostenitori del Partito Laburista dopo le elezioni di domenica (Jonathan Borg/ Xinhua via ANSA)

Le elezioni per rinnovare il parlamento che si sono tenute a Malta il 26 marzo sono state vinte dal Partito Laburista, per la terza volta consecutiva. I Laburisti (“Partit Laburista” in maltese), di centrosinistra, hanno ottenuto il 55,1 per cento dei voti, 39.500 in più del Partito Nazionalista (“Partit Nazzjonalista”), di centrodestra, il principale partito di opposizione che si è fermato al 41,7 per cento. Molto probabilmente il governo maltese continuerà quindi a essere guidato dall’attuale primo ministro e leader Laburista, Robert Abela, che ha detto che cercherà di formare un governo di unità nazionale.

Secondo la commissione elettorale di Malta, l’affluenza è stata dell’85,5 per cento, la più bassa degli ultimi sessant’anni.

La vittoria dei Laburisti, ampiamente prevista dai sondaggi, è arrivata nonostante i vari scandali e le accuse di corruzione che negli ultimi anni avevano coinvolto alcuni importanti funzionari di partito, e nonostante sotto il governo di Abela Malta fosse finita nella “Lista Grigia” della Financial Action Task Force, un’organizzazione intergovernativa che si occupa di osservare i paesi che ritiene non facciano abbastanza per contrastare il traffico illecito di denaro e il finanziamento del terrorismo.

Abela è un avvocato, è in parlamento dal 2017 ed è figlio di George Abela, presidente della Repubblica maltese tra il 2009 e il 2014. Era stato nominato leader del Partito Laburista e primo ministro di Malta nel gennaio del 2020, prendendo il posto di Joseph Muscat, accusato di interferenze nelle indagini sull’omicidio della giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia.

Il governo maltese è stato anche accusato di aver creato una “cultura dell’impunità” che secondo i critici di Abela avrebbe portato all’omicidio di Caruana Galizia, uccisa nel 2017 dall’esplosione di una bomba nella sua auto. Caruana Galizia era una delle giornaliste più famose del paese per via delle sue inchieste sulla corruzione a Malta, nonché la prima a rivelare il coinvolgimento di alcuni importanti membri del governo di Muscat nelle inchieste sull’evasione fiscale internazionale legata ai cosiddetti “Panama Papers”.

Durante la campagna elettorale, Abela aveva parlato soprattutto della crescita economica registrata da Malta nei nove anni in cui il suo partito era stato al governo, e aveva promesso consistenti investimenti per la creazione di spazi verdi, per il taglio delle tasse e per l’ampliamento di iniziative sociali per le fasce più povere della popolazione.

– Leggi anche: Il caso Daphne Caruana Galizia, dall’inizio