Il Consiglio di Stato ha confermato che la Provincia di Trento non potrà abbattere orsi senza consultare le autorità nazionali

L'orso DJ3 nel recinto del Centro Fauna Alpina di Casteller, 16 luglio 2019 (ANSA/ US PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO)
L'orso DJ3 nel recinto del Centro Fauna Alpina di Casteller, 16 luglio 2019 (ANSA/ US PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO)

Giovedì il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tribunale Regionale di Giustizia amministrativa di Trento che vieta alla Provincia di Trento di abbattere gli orsi coinvolti in aggressioni alle persone senza aver prima ricevuto l’autorizzazione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).

Lo scorso giugno la Giunta provinciale di Trento aveva approvato una delibera che dava al presidente della Provincia il potere di decidere l’abbattimento – cioè l’uccisione – di orsi bruni aggressivi nei casi giudicati urgenti, senza consultare le autorità nazionali come si faceva in precedenza. WWF Italia e la Lega Nazionale Difesa del Cane (LNDC) avevano fatto ricorso al Tribunale Regionale contro la delibera, ottenendone un parziale annullamento, ora confermato dal Consiglio di Stato dopo l’appello portato avanti dalla Provincia. Secondo WWF Italia e LNDC le nuove linee guida per la gestione degli orsi introducevano la possibilità di ucciderli senza prima valutarne l’effettiva pericolosità.

«La soluzione più drastica», hanno stabilito i giudici del Consiglio di Stato, «può essere attuata se si verifica uno di questi casi: orso ripetutamente segnalato in centro residenziale, orso che attacca per difendere i propri piccoli, orso che attacca per difendere la sua preda, orso che segue persone, orso che cerca di entrare in strutture, orso che attacca senza essere provocato. Ma ogni volta la situazione va esaminata in relazione sia alle condizioni ambientali, sia alle cause che hanno determinato l’aggressione». E seguendo le regole del Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (detto più brevemente PACOBACE), che coinvolge anche il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il ministero dell’Ambiente, e prevede interventi più graduali sugli orsi coinvolti in incontri ravvicinati con le persone prima di arrivare all’eventuale abbattimento.

Da anni va avanti un dibattito sulla presenza e la gestione degli orsi bruni in Trentino, dove gli animali furono reintrodotti negli anni Novanta. La crescita della popolazione, avvenuta in un territorio ristretto e dove vivono molte persone, ha reso più frequenti gli incontri tra orsi e umani, che in alcuni casi hanno creato grossi problemi. Per questo le autorità trentine cercano da tempo di avere un maggiore controllo sugli orsi, anche utilizzando metodi duramente contestati dalle associazioni per la difesa degli animali.

– Ascolta anche: M49 – Una storia di orsi e persone, un podcast del Post sugli orsi in Trentino