Cingolani dice che l’aumento del prezzo dei carburanti è una «colossale truffa»

Il ministro della Transizione ecologica dice che non ci sono motivazioni tecniche ma solo speculazioni dei mercati

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani (Mauro Scrobogna /LaPresse)
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani (Mauro Scrobogna /LaPresse)

In un intervento nel corso della trasmissione Progress di Sky TG24, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha detto che l’aumento del prezzo dei carburanti è «ingiustificato», frutto di una marcata speculazione sui mercati e privo di concrete «motivazioni tecniche». Cingolani stava commentando gli aumenti dei prezzi negli ultimi giorni, soprattutto per quanto riguarda la benzina, e ha ipotizzato l’adozione di un «tetto ai prezzi».

Dallo scorso autunno, si è assistito a un marcato aumento dei prezzi del gas e in misura minore dei carburanti, a causa di numerosi fattori legati anche alla ripresa dopo la fase più acuta della pandemia. L’invasione militare dell’Ucraina da parte della Russia ha portato a ulteriori complicazioni, con nuovi aumenti e forti oscillazioni dei prezzi sui mercati, anche a causa di alcune attività speculative che si verificano spesso nelle fasi di alta instabilità internazionale.

Parlando dei prezzi, Cingolani ha detto:

«Il mercato specula ed è lo stesso motivo per cui ci troviamo la benzina a 2,20 euro – l’ho vista ieri passando dal benzinaio e non so perché. […] Da un lato le accise – le tasse – servono a far funzionare lo Stato, dall’altro il nervosismo che raddoppia o quadruplica, quintuplica il prezzo di un carburante, cioè, fa solo arricchire pochi. Io credo che questo vada attaccato per primo.

Ora, noi faremo la nostra parte e cercheremo di fare del nostro meglio, però qui siamo in presenza di una colossale truffa che viene dal nervosismo del mercato, che continuo ironicamente a menzionare, che è fatta alle spese delle imprese e dei cittadini».

Per quanto riguarda il gas, Cingolani ha nuovamente detto di voler impiegare a pieno i giacimenti già esistenti in Italia, in modo da offrire forniture a prezzo controllato per le aziende che consumano inevitabilmente molta energia per le proprie produzioni: «Negli ultimi giorni abbiamo dato in media quasi un miliardo di euro al giorno per l’acquisto di gas, tutta l’Europa alla Russia, forse più del costo della guerra che Putin sta sostenendo. Ed è la dimostrazione evidente che i mercati seguono logiche proprie. Paghiamo errori storici per non aver diversificato la nostra dipendenza energetica».