Il governo ha rischiato sulla riforma del catasto

In commissione una proposta del governo sulla mappatura dei beni immobili è passata per un solo voto, dividendo la maggioranza

(ANSA/ETTORE FERRARI)
(ANSA/ETTORE FERRARI)

Giovedì il voto a un emendamento del disegno di legge delega sulla riforma fiscale ha rischiato di provocare una crisi di governo. Era un emendamento proposto dal centrodestra nel corso dell’esame del disegno di legge alla Commissione Finanze della Camera, che prevedeva la soppressione di un articolo relativo alla riforma del catasto, cioè del sistema documentale con cui lo stato tiene conto dei beni immobili, della loro posizione, delle loro dimensioni, delle loro caratteristiche, del loro valore commerciale, e delle tasse di cui sono oggetto.

L’emendamento non è passato in commissione per un solo voto (22 a 23): a favore della soppressione dell’articolo hanno votato Lega, Forza Italia, Coraggio Italia e due deputati del Gruppo Misto, mentre hanno votato contro Partito Democratico, Italia Viva, Movimento 5 Stelle, Azione e Südtiroler Volkspartei. Si è divisa insomma la maggioranza di governo. Il voto decisivo per non far passare l’emendamento è stato però di un deputato di centrodestra, Alessandro Colucci di Noi con l’Italia, il partito di Maurizio Lupi, che ha votato insieme ai partiti di centrosinistra e al Movimento 5 Stelle.

Cosa prevede la riforma del catasto
Il disegno di legge era stato approvato lo scorso ottobre dal governo ma, in quanto legge delega, deve essere votato dal Parlamento che poi delegherà al governo il compito di approvare i decreti legislativi con cui attuarlo. Il testo comprende 10 articoli con una serie di modifiche del funzionamento del fisco italiano. Ma su un articolo in particolare i partiti di maggioranza si sono divisi: il sesto, quello relativo al catasto.

L’articolo prevede una revisione del sistema catastale italiano che dovrebbe avvenire soprattutto rafforzando gli strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per mappare gli immobili sconosciuti al fisco, e rideterminando i valori di mercato delle abitazioni tenendo conto anche delle aree in cui sono costruite. Il disegno di legge specifica che questa revisione è a solo a scopo informativo e non «per la determinazione della base imponibile dei tributi». In sostanza i nuovi valori catastali non saranno utilizzati per calcolare le imposte sugli immobili.

Nonostante questo punto sia specificato nel disegno di legge, alcuni partiti di centrodestra, e in particolare la Lega, si erano opposti da subito sostenendo che questa revisione del catasto avrebbe rischiato di far aumentare le tasse. Il disegno di legge era stato approvato dal governo senza la Lega, che aveva deciso di non partecipare al Consiglio dei ministri per protesta. L’ipotesi che la riforma catastale potesse causare un aumento delle tasse sugli immobili, peraltro, era stata smentita dal presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa successiva all’approvazione del disegno di legge.

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Su cosa si è divisa la maggioranza
Nelle ore precedenti il voto c’erano state molte discussioni all’interno della maggioranza sul tema. Secondo quanto scrivono diversi giornali, il presidente del Consiglio Mario Draghi avrebbe parlato con tutti i leader dei partiti del governo per convincerli a non far passare l’emendamento, che avrebbe di fatto affossato una parte importante della riforma fiscale che lui aveva fortemente sostenuto. Forza Italia avrebbe inizialmente provato a trovare un punto di mediazione, inserendo una modifica al testo dell’articolo, ma alla fine si era decisa a votare per la sua soppressione totale.

Alla fine, anche se l’emendamento non è passato, sembra che la maggioranza e la stabilità del governo Draghi siano uscite indebolite da questo voto. Diversi giornali scrivono che Draghi sarebbe stato addirittura pronto a rassegnare le dimissioni, nel caso in cui la riforma del catasto fosse stata soppressa. Che il governo abbia rischiato lo pensa anche il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, che ha sostenuto che «il centrodestra ha appena tentato di far cadere il governo Draghi sul riordino del catasto. Non vi è riuscito per un soffio. Abbiamo tenuto. Sembra una fake news, in uno dei giorni più drammatici della nostra storia recente. Purtroppo è una notizia vera. Sono senza parole».

Secondo le agenzie di stampa, il leader della Lega Matteo Salvini si sarebbe invece detto «esterrefatto» per l’insistenza del governo sulla riforma del catasto. Ma nel centrodestra c’è anche chi ha criticato duramente la proposta dell’emendamento. Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, di Forza Italia, ha definito «incomprensibile» la linea del suo partito. Brunetta ha ricordato come a ottobre Forza Italia avesse votato compatta nel Consiglio dei ministri che aveva approvato il disegno di legge, e ha ribadito che la riforma non comporterà nessun aumento di tasse: «con la revisione del catasto il contribuente medio non si accorgerà di nulla: l’impegno che il governo ha preso è che nessuno pagherà di più».

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