Il cimitero di Palermo ha ancora grossi problemi

Le bare in attesa di essere sepolte sono più di mille, il posto per conservarle manca, così come il personale

Le bare accumulate al cimitero di Santa Maria dei Rotoli (ANSA/FRANCESCO TERRACINA)
Le bare accumulate al cimitero di Santa Maria dei Rotoli (ANSA/FRANCESCO TERRACINA)

Nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli di Palermo, il più grande della città, il problema delle bare accumulate in attesa di sepoltura va avanti da mesi ma non è ancora stato risolto, e anzi di recente la situazione è peggiorata. Le salme insepolte sono attualmente 1.010, di cui 970 sono in attesa perché non c’è più posto. Per altre 40 il posto ci sarebbe, nelle tombe di famiglia, ma si dovrebbe fare spazio rimuovendo i resti mineralizzati dei corpi – cioè ormai ridotti a scheletro – e in appositi sacchi, che però mancano.

Ne servono tre per ogni salma mineralizzata: per le ossa, la cassa, gli abiti. L’ordine dei sacchi non era stato fatto non per mancanza di fondi, ma perché non si sapeva chi dovesse provvedere. Ora per sbloccare la situazione l’assessore Toni Sala, responsabile dei servizi cimiteriali, ha deciso di comprare di tasca sua i sacchi scavalcando le procedure burocratiche, ma probabilmente quelli che arriveranno basteranno solo a coprire le esigenze arretrate. Intanto ogni giorno arrivano altre salme.

Quella del cimitero palermitano è un’emergenza che dura dal 2019. Allora le bare insepolte erano 400, ora sono molto più che raddoppiate. L’estate scorsa, dopo che con il caldo alcune bare erano “scoppiate” per i gas di decomposizione dei cadaveri, fu messa a disposizione una serie di loculi in un cimitero della fondazione Sant’Orsola, in collaborazione con la Feniof, l’associazione delle imprese funebri. Sembrava che la situazione si potesse risolvere ma così non è stato.

Le bare sono un po’ ovunque, anche nel locale d’ingresso dove i dipendenti del cimitero timbrano il cartellino. Sono su ponteggi a tre piani, dove però non c’è più posto, e anche due tensostrutture in mezzo al cimitero non hanno più posto, così come altri 14 depositi.

Davide Faraone, senatore di Italia Viva, ha invocato l’esercito: «Ci vuole l’esercito, perché a quell’ordinanza di Leoluca Orlando, ad agosto, che ordinava di trasferire le bare al cimitero di Sant’Orsola e indicava una data, entro e non oltre il 31 ottobre, per avviare le gare per la realizzazione del campo di inumazione e per la riattivazione del forno crematorio, non è seguito alcun atto. Siamo di fronte all’inadeguatezza che diventa illegalità, all’indifferenza che provoca sofferenza per tanti palermitani».

Secondo l’assessore Sala «le bare sono aumentate poiché abbiamo avuto più morti di Covid. Mi vergogno per questa situazione, ma dobbiamo attendere l’affidamento della gara d’appalto per l’installazione dei 424 loculi prefabbricati». Al bando hanno partecipato 52 ditte, ma ancora deve essere scelta quella vincitrice e poi avviare i lavori. La spesa dovrebbe essere attorno ai 540mila euro.

Il problema del cimitero dei Rotoli non è solo quello della mancanza dei sacchi o di loculi. Il forno crematorio è rotto dal 2020 e ancora non è chiaro se e quando ne verrà acquistato uno nuovo. Chi vuole cremare i propri morti deve andare a Reggio Calabria o a Messina. Per la realizzazione di un nuovo forno servono 250mila euro circa e almeno sei mesi di lavori.

La gestione dei campi di inumazione è poi bloccata dal maggio del 2021 a causa dell’assenza di un dipendente comunale che sappia guidare l’escavatore necessario per le operazioni di seppellimento delle salme, dopo che chi se ne occupava precedentemente è andato in pensione. In un’ampia zona dei campi di inumazione poi c’è un altro problema: i lavori sono fermi in attesa dei collaudi necessari di una rete contro la caduta dei massi. Una serie di crolli dal costone roccioso del monte Pellegrino aveva infatti reso inagibile l’area, la cui prima protezione era stata distrutta da nuovi cedimenti. È quindi stato deciso il ripristino della protezione che però ora, appunto, è in attesa di collaudi.

Un altro problema è stato risolto pochi giorni fa: è dovuto intervenire il prefetto Giuseppe Forlani per trovare mille euro e consentire nei prossimi tre weekend l’apertura degli uffici cimiteriali del Comune, rimasti chiusi per mancanza di fondi per gli straordinari. I cittadini di Palermo avevano anche denunciato, nelle settimane scorse, lo stato di sporcizia e degrado in tutto il cimitero. Da poco 30 operai sono stati messi al lavoro per risolvere il problema. Poco meno di un mese fa, poi, sono stati catturati i cinghiali che nei mesi precedenti si aggiravano e scavavano tra le lapidi del cimitero.