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  • Martedì 1 febbraio 2022

Nel calcio è arrivato anche il turno del Canada

La nazionale maschile ha battuto gli Stati Uniti dopo una vita ed è vicina a una storica qualificazione ai Mondiali

I giocatori del Canada festeggiano la vittoria sugli Stati Uniti davanti al pubblico di Hamilton (Vaughn Ridley/Getty Images)
I giocatori del Canada festeggiano la vittoria sugli Stati Uniti davanti al pubblico di Hamilton (Vaughn Ridley/Getty Images)

La nazionale maschile di calcio del Canada non si qualifica alla fase finale di un Mondiale dal 1986, ma la sua attesa potrebbe essere finita. A quattro partite dal termine delle qualificazioni del Nord e Centro America a Qatar 2022 si trova infatti in testa al girone continentale con quattro punti di vantaggio su Stati Uniti e Messico, le due favorite. Domenica ha fatto un altro passo verso la qualificazione battendo proprio gli Stati Uniti, cosa che non succedeva da 42 anni.

L’ascesa del calcio canadese sta sorprendendo un po’ tutti. Se il suo movimento femminile è da tempo una realtà consolidata e una presenza fissa ai Mondiali, aiutato dall’inserimento della disciplina nei programmi scolastici, quello maschile fino a poco tempo fa non dava segni di evoluzione, superato ampiamente negli interessi da hockey, baseball e lacrosse. Appena un anno fa la nazionale era al settantesimo posto nel ranking maschile, tra Sudafrica e Guinea. Ora è quarantesima, tra nazionali molto più competitive come Ungheria e Norvegia.

Nel suo sistema calcistico nazionale ci sono tre squadre principali: Toronto, Montreal e Vancouver, che però giocano nella MLS, il campionato nordamericano a prevalenza statunitense. Al di fuori di queste tre squadre, il paese non ha avuto un vero e proprio campionato nazionale fino al 2017, anno in cui è stata fondata la Canadian Premier League, per ora composta da appena otto squadre.

Eppure negli ultimi anni il sistema canadese ha saputo crescere due giocatori poco più che ventenni già affermati ad alti livelli in Europa, come Alphonso Davies e Jonathan David. Il primo è il terzino sinistro titolare del Bayern Monaco, nato in Ghana e cresciuto in Ontario. Il secondo è il centravanti del Lille campione di Francia, è nato a Brooklyn da genitori haitiani ma è cresciuto a Ottawa.

Davies e David sono i due punti di forza del Canada, ma anche in loro assenza la nazionale è riuscita a mantenere lo stesso livello di prestazioni, cosa che solitamente denota la solidità di un gruppo. La squadra è composta da una decina di giocatori sotto contratto con squadre europee, come il portiere della Stella Rossa Belgrado, Milan Borjan, l’esterno offensivo del Bruges, Tajon Buchanan, e i centrocampisti Stephen Eustaquio e Atiba Hutchinson, di Porto e Besiktas.

L’allenatore è l’inglese John Herdman, uno dei più grandi conoscitori del calcio locale. Dal 2011 al 2017 ha infatti allenato la nazionale femminile, e dal 2018 segue quella maschile, a cui ha dato un gioco impostato sulla fisicità dei suoi giocatori, ma anche su una buona organizzazione difensiva e un reparto offensivo che a tratti sembra giocare a memoria.

Con Herdman il Canada ha raggiunto i quarti e le semifinali nelle ultime due edizioni di Gold Cup, il torneo per nazionali del Nord e Centro America. Ora è vicino alla sua seconda qualificazione ai Mondiali. Nelle partite del girone continentale è tuttora imbattuto, e questo vuol dire che tra andata e ritorno è riuscito a fermare le due nazionali storicamente più forti di quella parte del mondo, il Messico e gli Stati Uniti, paesi con cui peraltro organizzerà la Coppa del Mondo del 2026.

La partita contro gli Stati Uniti, giocata ai -4°C di Hamilton, in Ontario, è stata vinta grazie a due gol segnati all’inizio e alla fine dei novanta minuti, nonostante l’assenza di un giocatore fondamentale come Davies (che in questo video esulta da casa al gol del 2-0). Il risultato potrebbe aver segnato una svolta nella storia del calcio locale, come ha spiegato Herdman: «È quello che abbiamo sempre sognato. Gli appassionati che hanno sempre dovuto indossare maglie dell’Italia, della Serbia o della Grecia ora le possono mettere via e usare con orgoglio quelle del Canada».

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