È stato revocato l’obbligo di dimora a Rosalba Bisceglia, moglie del dirigente del ministero dell’Interno Michele Di Bari coinvolta in un’indagine sul caporalato in Puglia

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La giudice per le indagini preliminari (gip) di Foggia ha revocato le misure cautelari che erano state disposte lo scorso dicembre per Rosalba Bisceglia, moglie del funzionario del ministero dell’Interno Michele Di Bari, coinvolta in un’inchiesta sul caporalato in Puglia. Bisceglia era indagata in quanto socia amministratrice di un’azienda agricola tra le dieci della zona di Foggia accusate di aver sfruttato manodopera procurata dai caporali, cioè gli intermediari che gestiscono e sfruttano per conto dei datori di lavoro i lavoratori, in questo caso braccianti stranieri nel Sud Italia. Dal 10 dicembre Bisceglia era sottoposta all’obbligo di dimora e di firma.

Alla base dell’inchiesta c’era il presunto sfruttamento di circa duemila braccianti provenienti dall’Africa, che vivono in una baraccopoli nella città di Borgo Mezzanone, una frazione di Manfredonia, in provincia di Foggia. L’avvocato di Bisceglia, Gianluca Ursitti, ha detto che martedì la sua assistita «ha chiarito la propria posizione» in un interrogatorio durante il quale era presente anche la gip, Margherita Grippo. Ursitti, che ha dato la notizia della decisione del gip, ha detto che durante l’interrogatorio è stato evidenziato come l’azienda di Bisceglia sia «totalmente meccanizzata», con l’eccezione delle coltivazioni del vigneto, e ha aggiunto che sono stati presentati i documenti relativi all’assunzione regolare di 12 persone.

Oltre a Bisceglia, a dicembre era stato disposto l’obbligo di dimora per 10 persone coinvolte nelle indagini. Altre cinque persone erano state arrestate. A causa dell’inchiesta in cui era coinvolta la moglie, Di Bari si era dimesso dal proprio incarico.