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  • Venerdì 17 dicembre 2021

Il Brasile non vuole più rappresentanti del Fondo Monetario Internazionale

Il ministro dell'Economia ha detto che erano rimasti solo per il calcio, la fagiolata e per fare previsioni negative

Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro (a sinistra) col ministro dell'Economia del paese Paulo Guedes durante una conferenza a Brasilia, lo scorso 22 ottobre (Andressa Anholete/ Getty Images)
Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro (a sinistra) col ministro dell'Economia del paese Paulo Guedes durante una conferenza a Brasilia, lo scorso 22 ottobre (Andressa Anholete/ Getty Images)

Il governo brasiliano ha deciso di chiudere l’ufficio di rappresentanza del Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel paese lamentandosi delle previsioni negative sul futuro dell’economia del Brasile fatte negli anni dall’istituto. Il ministro dell’Economia brasiliano, Paulo Guedes, ha detto che «se vogliono possono anche tenersi il loro ufficio», ma che nel paese «non c’è più bisogno di loro» e quindi possono «andare a far previsioni da qualche altra parte». Dal prossimo 30 giugno il Brasile non riconoscerà più la legittimità dell’ufficio del Fondo, che attualmente si trova a Brasilia, né i suoi rappresentanti.

Il FMI ha sede a Washington e si occupa di favorire la cooperazione economica, assicurare la stabilità finanziaria e facilitare il commercio internazionale. Generalmente apre un ufficio per un proprio rappresentante in quei paesi a cui concede fondi o aiuti economici, come il Brasile, che ne ha beneficiato fino al 2005. Tuttavia, dal momento che l’economia brasiliana è quella più importante dell’America Latina ed è «difficile da capire» da lontano, l’ufficio di rappresentanza del FMI a Brasilia era rimasto attivo anche dopo quella data, ha detto al Financial Times una persona informata sui fatti.

Il problema è che secondo Guedes il Brasile è stato «costantemente sottovalutato» dagli osservatori esterni, tra cui appunto quelli del FMI. Spiegando che il governo non vuole più i suoi rappresentanti nel paese, il ministro dell’Economia ha detto che:

«Sono anni che qui non c’è bisogno di loro. Sono rimasti perché amavano la fagiolata, il calcio, le belle conversazioni e, di tanto in tanto, criticare e fare previsioni sbagliate»

Guedes, che ha fatto riferimento a uno dei piatti nazionali brasiliani, la feijoada, accusa regolarmente sia gli analisti esteri sia quelli brasiliani di voler screditare la capacità dell’economia del paese, che secondo lui sta entrando in una fase di grande ripresa dopo la pandemia da coronavirus. In particolare, ha contestato le stime del calo del prodotto interno lordo (PIL) del paese previste dal FMI dopo il periodo più critico della pandemia: secondo il Fondo il calo sarebbe stato del 9 per cento, mentre i dati ufficiali del governo brasiliano hanno evidenziato un calo del 4 per cento.

Guedes, che è di Rio de Janeiro e in passato si è occupato della gestione di fondi di investimento, stima che quest’anno il PIL del Brasile crescerà del 5 per cento rispetto all’anno precedente e l’anno prossimo del 2 per cento: sono previsioni decisamente più rosee rispetto a quelle della maggior parte degli economisti, che prevedono un ulteriore periodo di stagnazione o comunque recessione nel 2022.

Guedes ha detto anche che la decisione di chiudere l’ufficio di rappresentanza del FMI è legata alla recente nomina dell’ex presidente della Banca centrale brasiliana Ilan Goldfajn a direttore di un importante settore del Fondo: «[A Washington] c’è già un brasiliano molto ben preparato e informato. Non avete bisogno di un altro rappresentante qui», ha aggiunto.

In un comunicato, il FMI ha fatto sapere che rispetterà la decisione del Brasile e chiuderà l’ufficio entro il prossimo 30 giugno, chiarendo che il mandato dell’attuale rappresentante scadrà entro tale data.

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