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  • Lunedì 29 novembre 2021

Il professore che si è rifiutato di far lezione perché due studenti indossavano la gonna

L'avevano messa come gesto simbolico legato alla giornata contro la violenza maschile sulle donne, e ne è nato un caso

La settimana scorsa due studenti del terzo anno del Liceo Bottoni di Milano sono andati a scuola indossando una gonna, mentre un altro con lo smalto rosso sulle unghie delle mani. La loro intenzione, come hanno poi spiegato, era partecipare simbolicamente alla giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, il 25 novembre. Quando li ha visti, il loro professore di storia, Martino Mora, ha chiesto che uscissero dall’aula e poi si è rifiutato di fare lezione. Alla lezione successiva di Mora, sabato 27 novembre, c’è stata una risposta collettiva da parte degli e delle studenti di altre due classi: sono usciti dall’aula rifiutandosi di ascoltare la lezione «per difendere le loro idee», hanno spiegato su Instagram.

 

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La dirigente scolastica del Liceo Bottoni Giovanna Mezzatesta ha spiegato come sono andate le cose: «Alla prima ora quando il professore ha cacciato fuori dall’aula i ragazzi vestiti da donna, la mia collaboratrice l’ha invitato a farli rientrare. Quando sono arrivata a scuola è venuto nel mio ufficio dicendomi che non avrebbe fatto lezione con “dei travestiti”. A quel punto l’ho invitato a tornare in classe perché in quel modo avrebbe violato il diritto allo studio degli studenti».

Mora ha invece proposto di restare a disposizione della scuola in sala insegnanti senza rientrare in classe, soluzione che la dirigente ha ritenuto inaccettabile: «Non potevo certo chiamare un supplente perché il professore non voleva far lezione ai ragazzi in gonna. Ho detto che o tornava ad insegnare o sarebbe dovuto andare a casa», cosa che è infine successa.

Mora ha dato a sua volta la sua versione sui social: «La preside del liceo dove insegno mi ha cacciato da scuola. Stamattina. Mi ha cacciato poiché le avevo detto che non intendevo fare lezione in presenza di un allievo maschio che si è presentato travestito da donna dalla testa ai piedi». Ha anche spiegato che per lui «quel vestiario era inaccettabile, totalmente inadeguato al contesto»: «Avrei avuto la stessa reazione se fossero venuti vestiti da clown o da Babbo Natale».

La dirigente Mezzatesta sta preparando ora la relazione di quanto accaduto per chiarire due cose principali, che ha anticipato: «Il fatto che Mora non abbia assolto al compito di vigilanza poiché ha cacciato dalla classe tre alunni e, poi, che si sia rifiutato di fare lezione. Aggiungerò anche le varie schifezze che ha scritto su Facebook contro di me e contro la scuola. E appena sarà pronta la consegnerò all’ufficio scolastico provinciale, che prenderà provvedimenti nei suoi confronti».

In queste ore, diversi studenti hanno raccontato altri episodi che riguardano il professore e che dimostrerebbero atteggiamenti sessisti o problematici. Tempo fa in classe, come riporta La Stampa, disse a una studente: «Prova a leggere questo testo, ammesso che voi donne sappiate leggere».

Altri e altre docenti del liceo Bottoni hanno proposto una mozione in favore degli e delle studenti, e hanno commentato positivamente le loro azioni di questi giorni: «I docenti del Bottoni sono orgogliosi del vostro coraggio e del vostro impegno, avete tutto il nostro sostegno!», ha scritto ad esempio un insegnante sui social.

Sul profilo Instagram degli studenti del liceo Bottoni è stata pubblicata anche un’immagine presa dal registro elettronico in cui il professor Mora ha scritto che «la lezione non può tenersi perché la classe esce dall’aula per protesta. Immagino che vogliano difendere il pensiero unico politicamente corretto».

– Leggi anche: Breve storia del “politicamente corretto”

La pratica da parte degli studenti di indossare una gonna non è nuova. Iniziata in una scuola canadese contro gli stereotipi legati all’abbigliamento, la sessualizzazione delle studentesse e l’omofobia, si è poi diffusa in altri paesi, compresa l’Italia. Da un paio d’anni gli studenti di un liceo di Monza, ad esempio, indossano per un giorno la gonna per protestare contro la cultura sessista e la cosiddetta “mascolinità tossica”. In alcuni casi l’iniziativa è stata promossa dalle scuole stesse, ed è stata commentata positivamente dai movimenti femministi.

L’Unione degli studenti Milano, organizzazione indipendente di cui fanno parte quattro gruppi presenti nelle scuole e nelle università pubbliche milanesi e che chiedono scuole e università laiche, solidali, accessibili e senza discriminazioni, hanno commentato quanto accaduto al Bottoni dicendo che «dimostra l’imminente necessità di corsi educativi per tutte le componenti scolastiche, di informazione riguardo a temi come identità e disforie di genere, orientamento sessuale. Partendo da una maggiore consapevolezza in merito, la scuola potrebbe diventare un luogo libero da discriminazioni e sicuro, come dovrebbe essere».