• Italia
  • Giovedì 18 novembre 2021

Il governo ha approvato l’“assegno unico”

Per tutte le persone con figli a carico: arriverà da marzo e sostituirà con una misura sola una gran quantità di detrazioni e aiuti

Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la famiglia (Roberto Monaldo / LaPresse)
Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la famiglia (Roberto Monaldo / LaPresse)

Il Consiglio dei ministri ha approvato giovedì il decreto attuativo del cosiddetto “assegno unico”, una misura di sostegno economico alle famiglie con figli che dovrebbe semplificare il regime frammentato delle detrazioni e degli aiuti in vigore fino a qualche mese fa. Dal 1° gennaio tutte le persone con figli a carico potranno farne richiesta, e ricevere una somma mensile sulla base del numero dei figli, del reddito e di altri criteri.

Per entrare in vigore definitivamente, la misura dovrà essere esaminata nei prossimi giorni dalle Commissioni competenti del parlamento, ma non dovrebbe subire stravolgimenti, e tutti i principali osservatori danno per scontato che la misura sarà attiva entro il 1° gennaio, data a partire dalla quale l’INPS comincerà ad accogliere le richieste.

L’assegno unico è una misura importante di semplificazione. Con un’unica erogazione, sostituisce le numerose misure e detrazioni in vigore in precedenza, che erano tante e a cui spesso era difficile accedere o perfino venirne a conoscenza: tra le altre, sostituisce le detrazioni IRPEF sui figli a carico, gli assegni per i figli minori, gli assegni per famiglie numerose, il cosiddetto “bonus bebè”, il premio alla nascita e così via. L’assegno unico rimodula anche i criteri di erogazione: sarà disponibile per tutti, anche per le famiglie più ricche, ma sono stati annunciati dei meccanismi che dovrebbero garantire l’equità della misura. Probabilmente sarà necessario un periodo di rodaggio.

– Leggi anche: Che cos’è l’assegno unico per i figli

L’assegno unico sarà erogato dall’INPS a tutte le famiglie che ne faranno richiesta: i primi versamenti (non si tratterà davvero di assegni) cominceranno ad arrivare a marzo. Ne hanno diritto tutte le persone con figli a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al 21esimo anno d’età dei figli (i figli maggiorenni danno ancora diritto all’assegno, a patto che studino, siano disoccupati o lavorino con redditi minimi). Per ottenere il reddito è necessario essere lavoratori, sia dipendenti sia autonomi, con un contratto di almeno sei mesi. Bisogna risiedere in Italia da almeno due anni: ne hanno dunque diritto anche le famiglie con cittadinanza non italiana, a patto che abbiano il permesso di soggiorno e paghino le tasse in Italia. Le famiglie residenti in Italia con figli a carico minori di 21 anni sono circa 9 milioni.

I criteri di definizione della somma erogata sono principalmente due: il numero di figli e il reddito della famiglia, ovvero l’ISEE. Secondo le stime, alle famiglie con ISEE inferiore ai 15 mila euro spetteranno 175 euro al mese con un figlio, 350 con due e 610 con tre, con la somma che aumenta all’aumentare dei figli e in base ad altri fattori, come per esempio se entrambi i genitori lavorano (30 euro in più a figlio) e se la madre ha meno di 21 anni (20 euro in più a figlio).

Man mano che il reddito aumenta le somme elargite diminuiscono. Per gli ISEE più alti, sopra i 40 mila euro, si arriva a 50 euro al mese per un figlio, 100 per due e così via. Ci sono poi criteri ulteriori: per esempio, per i figli disabili non ci sono limiti d’età, e l’assegno unico continuerà a essere erogato per tutta la vita.

Secondo il ministero delle Finanze, il passaggio dalle vecchie detrazioni e aiuti all’assegno unico penalizzerà 200 mila famiglie che già usufruiscono di aiuti e potrebbero ricevere meno soldi. Per questo è stato attivato un fondo di compensazione che dovrebbe aiutare le famiglie penalizzate, almeno per un periodo.

La nuova misura costerà 15 miliardi di euro nel 2022, che saliranno progressivamente fino a 19 miliardi nel 2029. La ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha detto che l’assegno unico è «una misura storica che aumenta del 50 per cento la spesa pubblica per la famiglia. Introduce uno strumento semplice che tiene conto dei carichi familiari e incentiva il lavoro femminile».