Vestirsi con i tessuti Masai

Come nasce una collezione di moda in collaborazione con il MIPI, l'associazione che tutela i diritti del popolo africano

(Filbert Deus Kissengar/Vanessa Mwingira)
(Filbert Deus Kissengar/Vanessa Mwingira)

C’è un popolo africano, quello Masai (o Maasai), conosciuto anche per i suoi abiti. Vivono sugli altopiani fra Kenya e Tanzania, e indossano tuniche e mantelli a quadri dai colori sgargianti, prevalentemente rossi e neri. A quanto pare avrebbero iniziato a indossare questo tipo di tessuto durante la colonizzazione britannica dell’Africa orientale.

Non ci sono ricostruzioni ufficiali, ma è molto probabile che già alla fine dell’Ottocento i Masai abbiano cominciato ad acquistare da missionari scozzesi le loro caratteristiche stoffe a quadri (ancora oggi anche utilizzate per i kilt), abbandonando quindi gradualmente i mantelli e le tuniche di pelle di bovino che utilizzavano tradizionalmente. Dagli anni Sessanta del Novecento, con l’espansione dell’industria tessile, questo tipo di tessuti, diventati più economici, avrebbero iniziato ad avere grande diffusione all’interno della comunità diventando il segno distintivo dei Masai.

Nonostante non siano probabilmente autoctoni, i tessuti con cui vengono realizzati gli abiti Masai fanno ormai parte integrante della loro cultura e della loro identità. La grande visibilità e riconoscibilità di questi abiti ha spinto negli ultimi decenni case di alta moda internazionali e altri brand di lusso a riprodurre, imitandoli, questi tessuti con riferimenti più o meno diretti ai Masai. Secondo alcuni studiosi si tratta di una vera e propria “appropriazione culturale”, cioè l’uso di elementi di una cultura diversa dalla propria in un processo creativo, un comportamento verso cui negli ultimi anni c’è maggiore sensibilità rispetto al passato.

Per tutelare i diritti di proprietà intellettuale del loro patrimonio culturale, uno dei leader dei Masai, Isaac Ole Tialolo, ha fondato il Maasai Intellectual Property Institute (MIPI), un’organizzazione con sede in Tanzania che vigila sull’uso da parte dei marchi, in particole quelli della moda, dell’immagine e del nome del popolo. Il MIPI opera quindi prevalentemente a posteriori, segnalando le violazioni dei diritti d’immagine.

Diverso è invece il caso dell’accordo che MIPI ha siglato a priori con Endelea, brand milanese di moda etica, che ha realizzato una collezione invernale con tessuti Masai. Endelea ha infatti concordato con il MIPI l’intero processo produttivo, dall’uso dei colori (che assumono diversi significati nella cultura del popolo) fino alla promozione degli abiti. L’accordo prevede inoltre che una percentuale del ricavato su ogni capo della collezione vada alle attività del MIPI.

La collezione, che si chiama “Meraviglioso Maasai”, è stata disegnata a Milano dalla stilista Alessandra Modarelli, ma è stata confezionata, come la quasi totalità dei capi di Endelea, a Dar es Salaam, in Tanzania, da personale locale e con tessuti locali, filati dall’azienda tanzaniana Sun Flag. La campagna fotografica promozionale della collezione, sempre con la supervisione del MIPI, è stata realizzata da fotografi e stylist tanzaniani, in un boma, il tipico villaggio nomade Masai, vicino ad Arusha, provincia della Tanzania al confine con il Kenya.

Nella collezione sono stati utilizzati due tipi di tessuto, il Maasai Check, più morbido e prevalentemente in cotone, e il Maasai Shuka, in fibra acrilica, resistente e robusta, fatta per durare. Della collezione fanno parte una gonna a balze, una camicia con il colletto a volant in Maasai Check, una borsa, una gonna con le frange dallo stile punk chic e un gilet in Maasai Shuka. “Meraviglioso Maasai” è completata da una collana e orecchini di perline ispirati a motivi e colori dei gioielli Masai. Sia i capi di abbigliamento che gli accessori sono acquistabili sul sito di Endelea.

Per la stagione invernale, oltre a quella ispirata ai Masai, Endelea propone altre due collezioni, una di tessili d’arredo per la casa e una di capi trapuntati, entrambi in tessuto wax, un cotone stampato che ha anch’esso una lunga e affascinate storia di contaminazioni culturali. La collezione per la casa comprende tovaglie, tovaglioli, tovagliette all’americana e federe per cuscini dai colori accesi e in diverse varietà di stampe wax. Nella collezione di trapuntati ci sono invece una giacca oversize double-face, una minigonna reversibile, una maxi sciarpa imbottita e una borsa clutch a mezzaluna: tutti i capi sono in wax imbottito con fibra sostenibile certificata e trapuntato.

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