Le firme necessarie per organizzare un referendum sulla cannabis legale sono state depositate in Cassazione

(ANSA/FABIO FRUSTACI)
(ANSA/FABIO FRUSTACI)

Giovedì sono state depositate alla Corte di Cassazione le 630mila firme raccolte nelle scorse settimane per organizzare un referendum sulla cannabis legale. La Corte nei prossimi giorni ne valuterà la validità e poi spetterà alla Corte Costituzionale dichiarare la legittimità del referendum e stabilire la data in cui si dovrà svolgere.

Il termine per depositare le firme era fissato inizialmente al 30 settembre, come prevede la legge, ma i promotori del referendum avevano chiesto una proroga di un mese dato che molti comuni non avevano consegnato nei tempi previsti la certificazione delle firme raccolte online (cioè la conferma che chi aveva firmato è iscritto nelle liste elettorali e che può quindi partecipare al referendum). Dopo molte pressioni da parte del comitato promotore, il 29 settembre il governo aveva acconsentito alla proroga di un mese.

Il quesito referendario – presentato fra gli altri dall’associazione Luca Coscioni – interviene sul Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative di una serie di condotte in materia di droghe. Propone, innanzitutto, di depenalizzare la coltivazione e di eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori oggi prevista per tutte le condotte finalizzate all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa.