Il pasticcio della Sicilia con i fondi del PNRR per l’agricoltura

Ha presentato decine di progetti per più di 400 milioni di euro di finanziamenti, ma nessuno rispettava i criteri

Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci (ANSA/LUCA ZENNARO)
Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci (ANSA/LUCA ZENNARO)

Negli scorsi giorni il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha approvato, secondo criteri piuttosto stringenti, 149 progetti presentati dalle varie Regioni per l’attribuzione di 1,6 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) destinati ad agricoltura e infrastrutture irrigue. Sono stati approvati progetti un po’ da tutte le regioni, tranne una: la Sicilia. La Regione aveva presentato 61 progetti, per un totale di 422 milioni di euro, ma il ministero non ne ha approvato nemmeno uno, perché nessuno rispettava tutti i criteri necessari.

La decisione del ministero è stata resa pubblica in un decreto emesso il 30 settembre e riguarda una porzione limitata del PNRR, quella sugli “investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche”. Si tratta comunque di finanziamenti ingenti, la cui perdita è una grave sconfitta politica e una prova di inefficienza per l’amministrazione regionale siciliana, che ha aperto una polemica piuttosto dura con il ministero, accusandolo di aver favorito le Regioni del nord.

Dei 61 progetti presentati dall’assessorato regionale dell’Agricoltura della Sicilia nessuno è rientrato nella graduatoria che è stata pubblicata nel decreto del ministero. Ventinove progetti non erano stati presi in considerazione fin dall’inizio; i restanti 32 sono stati bocciati per non aver rispettato i criteri indicati dal bando.

Non solo: nessun progetto siciliano è stato inserito nella “lista d’attesa” di quelli ammissibili ma non immediatamente finanziabili per esaurimento delle risorse, ma che potrebbero essere ripescati se se ne liberassero di nuove.

La direzione generale Sviluppo rurale del ministero delle Politiche agricole ha messo a punto tre elenchi: nel primo sono elencati i progetti che saranno finanziati con priorità, nel secondo quelli finanziati se resteranno somme a sufficienza e infine nel terzo quelli che sono già stati tagliati fuori. Tutte le proposte presentate al ministero dall’assessorato regionale dell’Agricoltura sono finite in quest’ultima lista.

L’esclusione è molto grave, ed è arrivata tra l’altro al termine di un’estate in cui i problemi di irrigazione per il settore dell’agricoltura siciliana sono stati molto pesanti.

In provincia di Palermo era stato presentato un progetto per 43 milioni di euro che riguardava l’utilizzo completo della diga Garcia, con una nuova rete di distribuzione per rifornire meglio la zona del medio e alto Belice. Nella zona di Trapani uno dei progetti riguardava la manutenzione del letto fiume Delia e prevedeva un investimento di 8,2 milioni di euro. A Gela, in provincia di Caltanissetta, i progetti riguardavano la rete irrigua che dipende dal lago artificiale Disueri. L’investimento previsto era di 19,3 milioni di euro. Questi sono solo alcuni esempi: i progetti presentati riguardavano tutta la Sicilia.

Antonino Scilla, assessore siciliano dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea ha reagito alla bocciatura accusando il governo centrale di ostilità nei confronti della Regione: «Apprendiamo dal Mipaaf che i progetti presentati dalla Sicilia non sono stati presi in considerazione. Questo la dice lunga sulla recidiva ostilità di Roma nei confronti dell’agricoltura siciliana. Con quale criterio si è proceduto alla selezione? È chiaro che qualcosa non quadra. Il ministro Patuanelli scade in valutazioni sommarie a tutto svantaggio della Sicilia, e non è la prima volta che lo fa».

È intervenuto anche il presidente della Regione, Nello Musumeci: «È una vergogna continuare a guardare ai progetti del centro nord e non a quelli della Sicilia».

La giunta regionale siciliana sostiene che i criteri adottati per la selezione dei progetti da finanziare penalizzerebbero la Sicilia a priori. Per esempio, vengono presi in considerazioni progetti che riguardano zone che soffrono di siccità estiva mentre la Sicilia soffre di aridità, un problema strutturale, permanente. Sempre secondo l’assessore Scilla, «per progetti di questa importanza non si possono usare in maniera rigida gli algoritmi. Pensavo che ci dovesse essere una commissione per analizzarli in maniera analitica. La Sicilia non può essere trattata così».

Il ministero ha risposto subito con una nota in cui spiega che «i criteri di ammissibilità per ottenere il finanziamento sono 23 e riguardano, tra gli altri punti, anche il livello di esecutività dell’opera, l’entità del risparmio idrico, la superficie oggetto di intervento, le tecnologie utilizzate e i benefici ambientali prodotti. Per essere ammessi, i progetti dovevano soddisfare tutti i 23 criteri previsti; di conseguenza, se anche un solo criterio non è stato soddisfatto, il progetto non può essere ammesso».

Secondo il ministero, alla data di scadenza utile per la presentazione dei progetti, nella banca dati del ministero erano state presentate 61 proposte dalla Regione Sicilia. Di queste, per 32 progetti è stata inserita come fonte di finanziamento il Recovery Plan, ma in uno di questi i termini di inserimento erano errati. Gli enti della Regione Siciliana hanno quindi presentato in totale 31 progetti di richiesta fondi del PNRR.

Quello che è accaduto, sostengono i funzionari del ministero, è che la Regione ha commesso una serie pesante di errori. In varie note dei mesi scorsi il ministero aveva già mosso alcuni rilievi dando tempo dieci giorni per i correttivi. Era stato contestato, per esempio, che alcuni tecnici che hanno effettuato i controlli sulla qualità dei progetti non avevano i requisiti per poterli fare, ottenuti solo in data successiva agli accertamenti già svolti. In altri casi, progetti che ricadono in aree diverse della Sicilia erano stati validati lo stesso giorno dal medesimo perito. Infine, in molti casi era segnalata la carenza di documentazione a corredo delle domande di finanziamento.

«Sapevamo che 29 tra [i progetti] inviati avevano un progettazione non adeguata», ha detto Francesco Nicodemo, del Consorzio bonifica Sicilia Orientale. «Li abbiamo inviati perché in questi casi un tentativo si fa ma eravamo consapevoli che potessero essere messi da parte».

Attorno alla questione dei mancati finanziamenti è partito un aspro scontro politico. «Trovo inverosimile che ogni ufficio abbia commesso errori tali da restare fuori dalla ripartizione dei fondi. […] Sono risorse importantissime, chiederemo il riesame dei nostri progetti cercando di capire cosa sia andato storto provando a riaprire la partita», ha detto al sito Meridionews Antonio Garofalo, commissario del Consorzio bonifica Sicilia orientale

Per il segretario regionale siciliano del Partito Democratico, Anthony Barbagallo, si è trattato di una occasione persa che avrà pesanti ricadute sul sistema agricolo: «Questa bocciatura», ha detto, «è il frutto della superficialità con cui la giunta Musumeci si è approcciata al PNRR costringendo la Sicilia a restare indietro mentre le altre Regioni corrono».