Cosa sono questi occhiali di Ray-Ban e Facebook

Il social network ha collaborato con Luxottica per produrne un paio che fa foto e video, cercando di renderli poco inquietanti

Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, con un paio di Ray-Ban Stories (Facebook)
Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, con un paio di Ray-Ban Stories (Facebook)

Facebook e Ray-Ban, uno dei più grandi marchi di occhiali al mondo di proprietà del gruppo italiano Luxottica, hanno realizzato insieme Ray-Ban Stories, un paio di occhiali con due videocamere inserite all’interno della montatura per scattare fotografie e registrare video. L’idea è di utilizzarli quando non si hanno le mani libere o si vuole cogliere al volo un momento, senza dover utilizzare il proprio smartphone. Le due aziende confidano di avere successo in un settore ancora ai primordi e dove altri produttori hanno sostanzialmente fallito, proponendo “occhiali smart” che non hanno attirato più di tanto l’interesse perché scomodi o poco pratici da utilizzare.

A prima vista i Ray-Ban Stories non sono molto diversi dai classici occhiali Ray-Ban: hanno più o meno le stesse dimensioni e peso dei Wayfarer, forse il modello più classico e riconoscibile prodotto dall’azienda.

Le due fotocamere sono poste sui due musetti, le parti estreme del frontale degli occhiali che attraverso le cerniere si collegano poi alle aste (o stanghette). Non sono molto evidenti e possono apparire come un elemento di design, più che obiettivi veri e propri.

L’asta destra degli occhiali ha un tasto fisico, che può essere premuto per scattare una fotografia o girare un video di massimo 30 secondi. Foto e video vengono poi inviati tramite connessione senza fili (Bluetooth) a Facebook View, una nuova applicazione realizzata da Facebook che consente di fare alcune modifiche alle immagini, prima di condividerle sul social network, su Instagram o di salvarle nella galleria fotografica del proprio smartphone.

Poco al di sopra dell’obiettivo destro c’è una piccola luce LED che si accende ogni volta che le videocamere sono in funzione, in modo da rendere evidente il loro utilizzo a chi si ha intorno. Secondo le recensioni circolate finora, la luce emessa è però molto debole e potrebbe quindi non essere sempre chiaro agli altri che li si sta riprendendo, con i problemi di tutela della privacy conseguenti.

I Ray-Ban Stories possono essere utilizzati inoltre per rispondere alle telefonate e per ascoltare musica e altri contenuti. Nelle aste sono stati infatti integrati microfoni e piccoli altoparlanti, in modo da usarli come auricolari e senza la necessità di tirare fuori dalla tasca o dalla borsa lo smartphone quando si riceve una chiamata. Una porzione dell’asta destra è sensibile al tocco e può essere usata per regolare il volume, interrompere la riproduzione e per inviare comandi vocali agli occhiali, attivando il sistema pronunciando la frase “Hey Facebook”.

Come per gli assistenti vocali domestici, anche gli occhiali di Facebook hanno un sistema di riconoscimento che si attiva con una specifica frase, cui far seguire il comando vero e proprio. Le videocamere degli occhiali possono essere per esempio attivate pronunciando «Hey Facebook, scatta una foto», anche se farlo in mezzo ad altre persone potrebbe suonare strano se non imbarazzante, come ha raccontato il giornalista del New York Times Mike Isaac.

Le due videocamere sono da 5 megapixel e hanno quindi una definizione bassa, se confrontate con quelle presenti sugli smartphone. L’idea è però di utilizzarle in modo più occasionale, per le occasioni in cui si vuole fissare un momento per poi condividerlo, come suggerisce del resto il nome del prodotto con un chiaro riferimento alle Storie di Instagram (e disponibili anche su Facebook).

L’applicazione Facebook View, che raccoglie foto e video realizzati con i Ray-Ban Stories (Facebook)

Facebook e Ray-Ban dicono che con un uso medio la batteria degli occhiali dura circa sei ore, mentre per ricaricarli completamente è necessaria un’ora. Vengono venduti insieme a una custodia che ha a sua volta una batteria al proprio interno, e che ricarica gli occhiali ogni volta che vengono posti al suo interno. La custodia si ricarica tramite un comune cavetto USB-C e può ricaricare completamente gli occhiali per tre volte.

Come concetto e funzionalità i Ray-Ban Stories ricordano molto gli Spectacles, gli occhiali presentati da Snapchat cinque anni fa e pensati proprio per girare foto e video da condividere tramite l’applicazione. Nel corso degli anni gli Spectacles hanno avuto qualche evoluzione, ma nonostante gli sforzi di marketing non hanno mai avuto molta presa tra gli utenti di Snapchat. Facebook confida che i suoi occhiali possano avere molta più diffusione sia per la base di utenti più grande, sia per la presenza di un marchio molto conosciuto nel settore come Ray-Ban.

La collaborazione tra le due aziende risale a un paio di anni fa, quando il responsabile del settore dei dispositivi da indossare di Luxottica, Rocco Basilico, aveva inviato un’email a Mark Zuckerberg, il CEO di Facebook, proponendogli di vedersi per valutare qualche collaborazione. La proposta derivava dal fatto che da tempo Zuckerberg sostenesse che gli occhiali sarebbero diventati centrali nelle nostre vite digitali, eliminando alcune scomodità degli smartphone.

Nel 2019 Zuckerberg incontrò a Milano il fondatore di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, per confrontarsi sulle caratteristiche del nuovo prodotto che avrebbero realizzato insieme. Facebook avrebbe gestito lo sviluppo della parte tecnologica, mentre Luxottica si sarebbe concentrata sul design e della vendita dei Ray-Ban Stories. I dettagli finanziari dell’accordo non sono noti, mentre secondo diversi osservatori è chiara la scelta di Facebook di non avere spinto per avere il proprio marchio direttamente associato ai nuovo occhiali, viste le critiche ricevute negli ultimi anni per come gestisce la privacy dei propri utenti.

Le due aziende ritengono che i Ray-Ban Stories siano solo l’inizio di un percorso più lungo, che nei prossimi anni porterà allo sviluppo di occhiali con funzionalità più avanzate, soprattutto grazie al lavoro degli oltre 10mila tecnici e sviluppatori di Facebook che lavorano nel settore dei dispositivi da indossare, come occhiali, auricolari e smartwatch. I futuri modelli potranno per esempio proiettare immagini sulle lenti per la realtà aumentata, dove oggetti virtuali vengono sovrapposti a ciò che si sta osservando.

I nuovi Ray-Ban Stories sono disponibili negli Stati Uniti e in alcuni altri paesi, compresa l’Italia. Possono essere acquistati nei negozi di Ray Ban e sul sito del produttore, al prezzo di partenza di 329 euro.