Le liste escluse dalle comunali di Napoli

Sono cinque su 31, per la maggior parte della coalizione del candidato di centrodestra Catello Maresca, e c'è anche la Lega

Il candidato a sindaco di Napoli per il centodestra Catello Maresca, Napoli, 28 luglio 2021 (ANSA/CESARE ABBATE)
Il candidato a sindaco di Napoli per il centodestra Catello Maresca, Napoli, 28 luglio 2021 (ANSA/CESARE ABBATE)

La commissione prefettizia di Napoli, incaricata di verificare la correttezza della documentazione presentata dalle varie liste a sostegno dei candidati a sindaco in vista delle elezioni amministrative del prossimo 3 e 4 ottobre, non ha ammesso per irregolarità formali cinque liste. Quattro di queste sono di centrodestra: due civiche, quella degli ambientalisti e la lista della Lega. Tutte e quattro fanno riferimento al candidato Catello Maresca. I responsabili delle liste escluse presenteranno comunque un ricorso al TAR e alla fine potrebbero dunque essere ammesse.

Per le elezioni comunali di Napoli – uno dei sei capoluoghi di regione dove tra meno di un mese si voterà per rinnovare sindaco e consiglio comunale – si sono presentati sette candidati e 31 liste in loro sostegno. Quattro delle liste che sono state escluse e che per ora non potranno dunque presentarsi alle comunali fanno riferimento al principale candidato di centrodestra, Catello Maresca.

Maresca ha 49 anni, è sostituto procuratore generale di Napoli, e aveva lavorato presso la Direzione distrettuale antimafia della città, conducendo le indagini che avevano portato all’arresto di Michele Zagaria, boss dei Casalesi. Maresca è sostenuto in modo compatto da tutto il centrodestra.

Le liste legate a Maresca che per ora sono state escluse, salvo diversa decisione del TAR (cioè il tribunale amministrativo regionale competente a giudicare sui ricorsi proposti contro atti amministrativi), sono due liste civiche, una lista ambientalista e la lista della Lega che si chiama “Prima Napoli” e che è stata esclusa, scrivono i giornali, per aver consegnato con un minuto di ritardo gli elenchi dei candidati.

I coordinatori regionale e cittadino del partito di Salvini, Valentino Grant e Severino Nappi, hanno fatto sapere di essere certi che la magistratura «saprà valutare quanto accaduto e, dunque, potrà accertare che i nostri delegati erano già all’interno della struttura prima dello scadere del termine. L’esclusione di una lista cardine della coalizione di centrodestra che sostiene la candidatura a sindaco di Catello Maresca sarebbe del resto un grave vulnus». Tra due giorni a Napoli dovrebbe arrivare Salvini proprio per presentare la lista non ammessa: Salvini ha per ora definito «assurda» l’esclusione.

La quinta lista esclusa fa invece riferimento ad Alessandra Clemente, che fino ai primi di agosto era assessora ai Giovani del comune di Napoli e che è sostenuta dal sindaco uscente Luigi de Magistris. Anche Clemente ha dichiarato che sarà presentato un ricorso al TAR.

Dei sette candidati a sindaco che si sono presentati a Napoli, sono quattro i principali: oltre a Catello Maresca e Alessandra Clemente ci sono Antonio Bassolino, già sindaco tra il 1993 e il 2000 con il centrosinistra, e poi presidente della Campania nei dieci anni successivi (è sostenuto da una serie di liste civiche e anche da Azione, il partito di Carlo Calenda) e Gaetano Manfredi, ex ministro dell’Università e della Ricerca durante il secondo governo Conte ed ex rettore dell’università Federico II. Manfredi è sostenuto da PD e Movimento 5 Stelle, insieme. Della sua coalizione fanno parte anche “Azzurri – Napoli Viva”, lista organizzata da Stanislao Lanzotti, ex coordinatore di Forza Italia a Napoli, in cui sono presenti una serie di ex esponenti di Forza Italia e del partito di centrodestra Noi Sud, e Italia Viva.

Gli ultimi sondaggi dicono che Manfredi è in vantaggio di circa dieci punti, ma che non riuscirebbe a evitare il ballottaggio con Catello Maresca. In questo caso, risulterebbero decisivi i voti che potrebbero arrivare dagli elettori di Bassolino che, nell’ultima settimana, ha guadagnato circa due punti percentuali. Alessandra Clemente ne ha guadagnato uno. Gli altri candidati sono invece sotto il 4 per cento.