Com’è finito il discusso rave sul lago di Mezzano

I partecipanti se ne sono andati giovedì mattina, senza che la polizia dovesse sgomberarli con la forza

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Il 19 agosto è finito dopo cinque giorni il rave party organizzato al confine tra Lazio e Toscana nell’area del lago di Mezzano, vicino al paese di Valentano, in provincia di Viterbo. I partecipanti se ne sono andati tutti entro giovedì mattina, e la polizia non è dovuta intervenire con la forza per sgomberarli.

Del rave, a cui avevano partecipato circa 10-15mila persone, si era iniziato a parlare molto dopo la morte di un ragazzo di 24 anni, il cui corpo era stato trovato il 16 agosto nelle acque del lago: suo padre ha però detto che non era stato alla festa. Si era parlato tra le altre cose della mancanza di misure di sicurezza legate alla pandemia, del fatto che il rave fosse stato organizzato su un terreno privato, e della gestione dei rifiuti lasciati dai partecipanti.

Nei giorni scorsi il sindaco di Valentano, Stefano Bigiotti, aveva chiesto lo sgombero del rave da parte delle forze dell’ordine, ma il questore di Viterbo aveva risposto che sgomberare migliaia di partecipanti sparpagliati su un’estensione di 30 ettari era impossibile.

Alla fine una sorta di sgombero è avvenuto, anche su sollecitazione della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. Le forze dell’ordine hanno circondato l’area del rave e hanno impedito a chi usciva di rientrare, senza utilizzare la forza.

«Con un numero così elevato di persone, inclusi molti giovani e giovanissimi, con tir, su un terreno ricco di sterpaglie sono troppi i rischi per l’incolumità, non tanto delle forze dell’ordine, ma dei partecipanti al rave», aveva spiegato al Corriere della Sera Girolamo Laquaniti, portavoce dell’Associazione funzionari di polizia.

Giovedì mattina i partecipanti, provenienti soprattutto da Francia, Spagna e Germania, se ne sono andati e sul terreno hanno lasciato alcuni veicoli, due dei quali abbandonati e altri non funzionanti.

I partecipanti hanno inoltre raccolto e accumulato i rifiuti in un punto preciso, in modo da facilitare la rimozione da parte delle autorità competenti (non potevano rimuoverli loro stessi, dato che raccogliere e portare via i rifiuti costituisce un reato: “attività di gestione dei rifiuti non autorizzata”). I lavori per rimuovere tutti i rifiuti sono iniziati dopo che sul posto non era rimasto più nessuno.

Le forze dell’ordine hanno identificato in questi giorni oltre 2.000 persone e hanno sequestrato a due cittadini olandesi un furgone con rimorchio contenente materiale acustico e gruppi elettrogeni, e a due italiani un altro furgone, dopo che avevano cercato di forzare un posto di blocco.