OnlyFans vuole rinunciare al porno

Pur essendo noto proprio per quello, il sito ha deciso che vieterà i contenuti sessualmente espliciti per far contenti i suoi finanziatori

(AP Photo/Tali Arbel)
(AP Photo/Tali Arbel)

OnlyFans – un sito noto soprattutto per i suoi contenuti porno a pagamento, che i creatori di contenuti possono offrire direttamente e unicamente ai loro “fan” – ha fatto sapere che dal 1° ottobre vieterà i contenuti sessualmente espliciti. «È come se Burger King decidesse di non vendere più hamburger», secondo l’efficace sintesi fatta dal 22enne Kenneth Pabon, un creatore di contenuti del sito, che intervistato dal New York Times ha detto: «con OnlyFans ci pago l’affitto, mi ci compro da mangiare».

La decisione di OnlyFans è sorprendente, ma spiegabile. Nonostante l’enfasi sui contenuti con nudo, pornografici e sessualmente espliciti, il sito offre infatti anche contenuti di altro tipo, per esempio di cucina o di fitness. E già da qualche tempo c’era stato qualche segnale del fatto che volesse puntare di più su questi contenuti, per ora senza dubbio minoritari, ma per molti versi più capaci di garantire crescita e stabilità.

La drastica e repentina svolta di OnlyFans sembra infatti dovuta a due motivi principali, in parte collegati: le critiche – in particolare provenienti da una serie di inchieste di BBC – su come non sempre l’azienda sia riuscita garantire che i contenuti pubblicati siano legali e, per esempio, non di minorenni; e i problemi – di recente raccontati da Axios – legati al fatto che nonostante i suoi attraenti numeri il sito sta faticando a ottenere finanziamenti, per via dei dubbi di molti investitori.

Di questo secondo ordine di problemi, OnlyFans ha parlato esplicitamente nel comunicato in cui dice che dal 1° ottobre «sarà proibito postare ogni contenuto con atteggiamenti sessualmente espliciti» per «ottemperare alle richieste di investitori e partner bancari» e al fine di «garantire la stabilità a lungo termine della piattaforma».

OnlyFans è controllata dall’azienda Fenix International e fu fondato nel 2016 dal britannico Tim Stokely, che in precedenza si era occupato di un paio di siti che offrivano contenuti pornografici via webcam. Su OnlyFans si possono mostrare video, ma si possono anche mandare immagini e interagire via chat. I creatori di contenuti possono offrire quel che fanno attraverso un abbonamento mensile, ma possono anche offrire alcuni contenuti premium per un costo aggiuntivo, e ricevere mance da chi li segue. Semplificando un po’, OnlyFans trattiene il 20 per cento di ogni pagamento, il resto va ai creatori di contenuti.

Da quando esiste, OnlyFans ha pagato in tutto oltre 5 miliardi di dollari a tutti i suoi creatori di contenuti. Secondo una stima del 2019, l’1 per cento dei creatori di contenuti (quelli più seguiti) si prendeva il 33 per cento delle entrate.

Dopo i primi anni in cui restò piuttosto nell’ombra, il sito è molto cresciuto durante la pandemia, e oggi ha circa 130 milioni di utenti registrati e almeno due milioni di creatori di contenuti. Dal 2019 a oggi i principali numeri di utilizzo di OnlyFans sono decuplicati. Durante la pandemia, tra i creatori di contenuti di OnlyFans sono arrivati famosi attori e famose attrici porno, e anche celebrità di altro tipo. E di OnlyFans si è parlato spesso come di un sito che stava cambiando il porno, probabilmente in meglio. Perché, con meccanismi paragonabili a quelli del servizio di newsletter Substack, offriva ai suoi creatori di contenuti libertà, autonomia e concrete possibilità di guadagno: seppur evidentemente incerte, instabili e legate alle fortune e alle evoluzioni di OnlyFans.

– Leggi anche: Il successo di Substack

Alla crescente fama di OnlyFans e a questo tipo di narrazione si sono però aggiunte le critiche a certe disattenzioni e criticità nella gestione del sito, dei suoi contenuti e dei suoi creatori. A maggio BBC raccontò diversi casi in cui OnlyFans non era riuscito a evitare che minorenni usassero il sito per condividere contenuti sessualmente espliciti, in un’occasione nemmeno accorgendosi di una 14enne che a quanto pare era riuscita a registrarsi usando il passaporto della nonna. A luglio BBC parlò della pubblicazione su OnlyFans di video contenenti minacce o attività illegali, non necessariamente pornografiche. E ancor più di recente, nelle stesse ore in cui OnlyFans ha annunciato la sua svolta, BBC ha pubblicato un articolo che, citando documenti interni dell’azienda, sostiene che OnlyFans sia talvolta lento nel bloccare chi ne infrange le regole, e tendenzialmente indulgente se a infrangerle sono i creatori più seguiti e pagati.

Prima ancora del comunicato con cui annuncia di voler vietare «ogni contenuto con atteggiamenti sessualmente espliciti» (e quindi prima ancora di quest’ultimo articolo di BBC), OnlyFans aveva fatto alcuni passi verso un possibile futuro senza porno. Un paio di giorni fa aveva per esempio annunciato il lancio ufficiale, dopo alcuni mesi di prova, di OFTV: cioè la “TV” di OnlyFans, un’app e un servizio gratuito di streaming di contenuti non pornografici, che al momento ha un catalogo di circa 800 video. In precedenza, OnlyFans non aveva potuto mettere a disposizione un’app per smartphone, perché per i suoi contenuti non rispettavano le regole necessarie per entrare negli store di Apple o di Android, che vietano il porno.

Di recente OnlyFans ha pubblicato inoltre il suo primo “report mensile sulla trasparenza”, in cui dice di aver disattivati 15 profili dopo averci individuato contenuti pedopornografici, e in cui comunica di aver approvato 114mila nuovi profili di creatori di contenuti (su quasi 280mila richieste).

Al momento, mancano però chiari dettagli su cosa di preciso dal 1° ottobre si potrà o non si potrà fare su OnlyFans. Nel suo comunicato il sito dice: «nei prossimi giorni faremo avere maggiori dettagli, e aiuteremo e guideremo i nostri creatori di contenuti attraverso questo cambiamento». Resta quindi da capire come e quanto le maglie del controllo e del “divieto” permetteranno a chi lo voglia di mostrare o magari condividere privatamente certi contenuti. E resterà comunque possibile mostrare – a certe condizioni – foto di nudo.

Nel frattempo, già sono arrivate alcune critiche alla scelta di OnlyFans, in genere collegate a quello che viene percepito e presentato come una sorta di snaturamento e tradimento dei creatori di contenuti. Nell’articolo “L’indifendibile crudeltà della messa al bando del porno su OnlyFans” Slate ha scritto: «il sito sta scaricando le persone che lo hanno fatto diventare un colosso, così da vendersi meglio a quanti più investitori possibili, al fine di arricchirsi».

Allo stesso tempo, è comprensibile la volontà di OnlyFans di provare a crescere in un contesto diverso da quello del porno, specie se ritiene che possa garantire migliori prospettive e maggiori guadagni, ed è sempre stato piuttosto palese che nel legare i proprio guadagni a una piattaforma come OnlyFans c’era comunque una certa dose incertezza. Senza dubbio, però, c’è da vedere se e come OnlyFans (che comunque non è mai stato solo porno) riuscirà a restare grande anche senza il porno, trovandosi in una più diretta concorrenza con servizi come Twitch o YouTube.

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