Non ci sono mai stati così tanti sport alle Olimpiadi

A Tokyo 2020 ci saranno cinque nuovi sport, ecco quali e perchè

di Chiara Castellana

La skater giapponese Aori Nishimura, durante una competizione negli Stati Uniti, nel 2019 (Photo by Sean M. Haffey/Getty Images)
La skater giapponese Aori Nishimura, durante una competizione negli Stati Uniti, nel 2019 (Photo by Sean M. Haffey/Getty Images)

Alla prossima edizione dei Giochi Olimpici di Tokyo ci saranno cinque sport in più rispetto all’ultima edizione di Rio de Janeiro del 2016. Grazie all’abolizione del limite massimo di sport ospitati, è la prima volta dal 1936 che vengono aggiunti così tanti nuovi sport nella stessa edizione delle Olimpiadi. Surf, skateboard, arrampicata e karate saranno presenti per la prima volta, mentre baseball e softball (che per i criteri delle Olimpiadi sono considerate due discipline dello stesso sport) sono stati reintrodotti dopo la loro esclusione dalle ultime due edizioni. Sulla scelta dei nuovi sport hanno influito la loro popolarità nel paese ospitante e il tentativo di rendere le Olimpiadi più interessanti per le nuove generazioni.

L’introduzione o l’eliminazione di uno sport alle Olimpiadi prevede un lungo iter e la decisione è presa dal Comitato Internazionale Olimpico (CIO), che organizza i Giochi. Uno sport può presentare la propria candidatura se rispetta alcuni requisiti. Deve essere rappresentato da una federazione internazionale riconosciuta dal CIO, deve aderire al codice dell’Agenzia mondiale antidoping e deve avere un’organizzazione nazionale in almeno 75 paesi, divisi nei cinque continenti. La federazione internazionale deve poi impegnarsi a fare conoscere il suo sport tramite un’estesa campagna promozionale e talvolta viene richiesto di fare alcuni cambiamenti per rendere lo sport più telegenico.

Anche se una federazione ha tutti i requisiti non è detto tuttavia che la candidatura sia accettata e spesso i suoi rappresentanti devono fare diversi tentativi prima di convincere il CIO a prendere in considerazione il proprio sport. Già nel 1912, per esempio, grazie alle dichiarazioni del surfista hawaiano Duke Kahanamoku, si cominciò a parlare del surf come sport olimpico, ma soltanto quest’anno, a più di un secolo di distanza, lo sport è stato ammesso alle Olimpiadi.

La tenacia con cui alcune federazioni presentano la propria candidatura si deve al fatto che partecipare alle Olimpiadi può portare molti vantaggi. L’ammissione sancisce il riconoscimento ufficiale del prestigio dello sport e ne aumenta la visibilità: durante i giochi tante persone che normalmente non seguono una disciplina si trovano a seguirne gli eventi e a conoscerne gli atleti. Più uno sport è visibile e rappresentato, più ha la possibilità di diffondersi. Infine ci sono molti vantaggi economici che derivano dall’aumento di diffusione di uno sport, dalla creazione di nuove organizzazioni nazionali e internazionali e dall’aumento degli investimenti sulla preparazione degli atleti e sulle innovazioni.

Dal 1936 la crescita del numero degli sport alle Olimpiadi è sempre stata costante, tanto che nel 2002, per evitare un aumento eccessivo dei costi di organizzazione, fu introdotto un limite di 28 sport ammessi ad ogni edizione delle Olimpiadi. Questo limite è stato però sostituito nel 2014 da nuove regole più flessibili che non limitano il numero di sport ma il numero massimo di atleti ed eventi a ogni edizione. A Tokyo gli sport presenti saranno 33.

L’abolizione del limite massimo di sport è avvenuta nel 2014 in concomitanza con l’adozione da parte del CIO dell’Olympic Agenda 2020, un documento che si pone l’obiettivo di rendere le Olimpiadi più interessanti per le nuove generazioni, ma anche più attente alla sostenibilità ambientale e promotrici della parità di genere.

Proprio la necessità di svecchiarsi per coinvolgere un pubblico più giovane è alla base della decisione di introdurre tre dei nuovi sport che saranno in programma quest’estate. Lo ha spiegato bene Thomas Bach, direttore del CIO: «Vogliamo portare lo sport verso i giovani. Con le tante opportunità che hanno, non possiamo aspettarci che arrivino automaticamente da noi. Siamo noi a dover andare da loro».

Surf, skateboard e arrampicata, conosciuti come espressione di uno stile di vita alternativo e controcorrente, nel tempo sono diventati sport a tutti gli effetti, con proprie competizioni, molto popolari soprattutto tra le generazioni più giovani.

Sempre in questa direzione vanno altre novità, come l’introduzione di due nuove discipline che non contano tecnicamente come nuovi sport, ma come ramificazioni degli stessi: il basket 3×3, che si gioca su un campo più piccolo e con un numero diverso di giocatori e giocatrici, e il Freestyle BMX, disciplina ciclistica che si basa sulla bravura nelle acrobazie in modo molto simile allo skateboard. Per la prima volta, infine, in alcune discipline (nuoto, atletica leggera, arco, judo, tiro a segno, ping pong, triathlon) ci saranno squadre miste, che saranno composte dallo stesso numero di atleti e atlete.

Uno degli obiettivi dell’Agenda 2020 era rendere le Olimpiadi più facili da organizzare e più attraenti per i paesi organizzatori. Da qualche tempo ci si interroga infatti sugli effettivi benefici che le Olimpiadi portano alla città che le ospita, e per questo si è deciso di dare alle città maggiore autonomia su alcune decisioni, come la scelta di introdurre sport popolari nel proprio paese.

L’influenza del Giappone ha determinato l’introduzione di karate, baseball e softball. Il karate, l’arte marziale nata in Giappone, tenta di diventare sport olimpico dagli anni ‘70 e farà il suo debutto al Nippon Budokan, il palazzetto costruito per le gare di judo alle Olimpiadi del 1964 e considerato la casa delle arti marziali in Giappone. Baseball e softball tornano invece alle Olimpiadi dopo essere stati esclusi nel 2008. I due sport, distinti per lo più dal genere degli atleti (uomini per il baseball e donne per il softball), hanno una grande popolarità in Giappone, dove la Nippon Professional Baseball è la più grande lega professionistica del paese; la nazionale giapponese ha inoltre vinto la medaglia d’oro nel softball alle Olimpiadi del 2008 (la prima a non essere vinta dagli Stati Uniti).

Grazie alle novità degli ultimi anni, d’ora in poi gli sport aggiunti non saranno vincolanti per le successive edizioni. Proprio perché sono molto legati al Giappone, karate, baseball e softball non sono infatti stati confermati per Parigi 2024, dove invece continueranno ad esserci surf, skateboard e arrampicata (e dove ci saranno anche competizioni di breakdance).

L’Italia sarà presente in tutti e cinque i nuovi sport. La squadra italiana ha ottenuto il posto disponibile per l’Europa tra le sei nazioni che si sfideranno nel softball (mentre non parteciperà al torneo di baseball). Gli atleti e le atlete italiane nel karate saranno cinque (3 uomini, 2 donne), per lo skateboard e l’arrampicata saranno rispettivamente tre (2 uomini, 1 donna), e l’Italia avrà un proprio rappresentante anche nel surf.

Questo e gli altri articoli della sezione Intorno alle Olimpiadi sono un progetto del workshop di giornalismo 2021 del Post con la Fondazione Peccioliper, pensato e completato dagli studenti del workshop.