Il compromesso per l’eolico, nel Mugello

Il progetto sul crinale del monte Giogo ha causato le proteste degli ambientalisti e confermato il difficile equilibrio tra transizione ecologica e tutela del paesaggio

Il crinale del monte Giogo, nel Mugello, dove si vorrebbe realizzare un parco eolico (Tommaso Tomagnoli)
Il crinale del monte Giogo, nel Mugello, dove si vorrebbe realizzare un parco eolico (Tommaso Tomagnoli)

Nel Mugello, al confine tra la Toscana e l’Emilia-Romagna, c’è un’area molto vasta dove i monti dell’Appennino superano di poco i mille metri: qui un’azienda veneta, la AGSM, vorrebbe costruire un nuovo impianto eolico con otto turbine alte 168 metri, ma molte delle persone che abitano nei comuni della zona si stanno opponendo. Dalla fine del 2019, quando è stata presentata la prima versione del progetto, è nata la rete per la tutela dei crinali mugellani, di cui fanno parte diverse associazioni ambientaliste che chiedono maggiori tutele per l’ecosistema del monte Giogo, nei comuni di Vicchio, Dicomano e San Godenzo, in provincia di Firenze.

Per come è andata finora, questo progetto sembra rappresentare meglio di altri il difficile compromesso tra la necessità di trovare nuovi modi per produrre energia e allo stesso tempo tutelare l’ambiente e il paesaggio.

Se n’era parlato nelle ultime settimane dopo l’intervista di Repubblica a Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, che aveva detto: «Occorre un cambio culturale, non può essere che ogni mutamento del territorio sia bocciato a prescindere dalle soprintendenze». Ciafani aveva spiegato di riferirsi soprattutto ai parchi eolici: secondo Legambiente bisognerebbe costruirne tanti e in fretta per rispettare gli impegni presi a livello internazionale sui tagli alle emissioni di anidride carbonica. Nella sua risposta a Ciafani, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, aveva spiegato che il governo sta lavorando a nuove norme per garantire tempi più rapidi allo sviluppo di impianti per le energie rinnovabili, anche se sarà importante trovare un equilibrio tra velocità delle opere e tutela dell’ambiente.

A metà giugno anche l’impianto eolico sul crinale del monte Giogo ha ricevuto il parere negativo della soprintendenza, ma il progetto non si è fermato. La AGSM ha subito iniziato a lavorare per trovare un compromesso che possa accontentare tutti. Al momento questo obiettivo sembra essere impossibile: dopo due anni di contrasti con le associazioni ambientaliste sarà complicato trovare una soluzione condivisa. Anche nel Mugello, come in molte altre parti d’Italia, lo sviluppo di nuovi impianti per produrre l’energia chiamata “pulita” – considerati essenziali per la cosiddetta transizione ecologica – è causa di forti tensioni.

La AGSM, azienda di Verona che si occupa di produzione e distribuzione di energia elettrica e gas, iniziò le prime analisi sui dati del vento nel 2015 e l’anno successivo lavorò al progetto preliminare da presentare alla Regione Toscana. Le otto turbine alte 168 metri dovrebbero essere installate su una superficie di 5,4 ettari, a una certa distanza dalle aree abitate: 2,7 chilometri da Villore, una frazione del comune di Vicchio, e 4,5 chilometri da Corella, frazione di Dicomano.

La distanza dai paesi dovrebbe garantire un impatto contenuto sul paesaggio, come si può vedere in alcune simulazioni visive contenute nel progetto. È stato scelto questo luogo, si legge nella relazione dell’azienda, perché ha un «buon potenziale della risorsa eolica»: secondo le analisi svolte, c’è vento sufficiente a produrre energia. Inoltre ci sono pendenze non eccessive e condizioni geologiche definite ottimali.

La simulazione dell’impatto dell’impianto eolico sul monte Giogo realizzata dall’azienda promotrice del progetto (AGSM)

La produzione annua di energia elettrica è stimata in 80 gigawattora: secondo AGSM, coprirebbe il fabbisogno di 100mila persone e permetterebbe di evitare le emissioni di 40mila tonnellate di anidride carbonica. Per portare l’energia prodotta dalle turbine eoliche alla rete di distribuzione è prevista anche la costruzione di un cavidotto lungo 21 chilometri. L’investimento complessivo è di 35 milioni di euro.

Come compensazione, l’AGSM ha previsto di mettere a disposizione il 3 per cento dei ricavi annui, circa 130mila euro, da utilizzare in opere di miglioramento ambientale e risparmio energetico come la costruzione di un nuovo ponte sul fiume Moscia e il finanziamento per la coibentazione di case e aziende.

Già dall’inizio del 2020, poche settimane dopo la presentazione, comitati e associazioni ambientaliste avevano iniziato a protestare contro il progetto. Erano state raccolte oltre mille firme e nell’ultimo anno e mezzo sono state organizzate manifestazioni e camminate per sensibilizzare la popolazione.

Una delle principali ragioni dell’opposizione al parco eolico è la scelta del luogo, il crinale del monte Giogo, a due chilometri dal parco nazionale delle Foreste Casentinesi. «Non possiamo distruggere la natura in nome della natura», ha detto Maurizio Gori, presidente dell’associazione Mugello in Movimento che fa parte del comitato contro l’impianto eolico. Gli ambientalisti sostengono anche che il crinale non sia abbastanza ventoso: hanno accusato l’AGSM di non voler diffondere i dati della ventosità, che l’azienda considera un segreto industriale.

Una delle camminate organizzate dai comitati contro l’impianto eolico (Tommaso Romagnoli)

Tra le preoccupazioni c’è anche la costruzione di una strada di 12 chilometri indispensabile per allestire i cantieri e installare le turbine eoliche. «È una strada nuova, larga sette metri, in un luogo incontaminato», dice Gori. «Per costruirla verranno abbattuti molti alberi e anche lo scavo per il cavidotto interrato di una ventina di chilometri avrà conseguenze sull’ambiente». In un comunicato firmato da quattordici associazioni, viene detto che le torri «saranno sostenute da plinti di fondazioni con un diametro di circa 20 metri, alti tre metri e con micro-pali in profondità che potrebbero interferire con le sorgenti presenti nell’Appennino».

Un altro rilievo riguarda il passaggio, nell’area del monte Giogo, del sentiero chiamato Italia che attraversa le Alpi e gli Appennini. «O si tutela il sentiero perché si crede che sia importante oppure si distrugge cementificandolo», ha detto Piera Ballabio, attivista di Italia Nostra Mugello. «Siamo consapevoli della necessità di creare energia alternativa, ma questa è a favore dell’ambiente solo quando non è distruttiva. Le energie alternative si possono creare sugli edifici industriali».


I comuni di Vicchio e Dicomano hanno dato il loro parere positivo al parco eolico, così come la Regione a cui spetta l’autorizzazione definitiva, mentre al momento la soprintendenza di Firenze si è detta contraria dopo aver presentato alcune richieste di modifiche che secondo l’AGSM renderebbero il progetto non sostenibile economicamente.

La soprintendenza ha chiesto di eliminare tre turbine su otto per limitare il taglio degli alberi durante i cantieri. In vista della prossima conferenza dei servizi, in programma il 26 luglio, l’azienda sta lavorando a una soluzione che prevede la rimozione di una sola pala eolica: l’impianto passerebbe da otto a sette turbine. «Abbiamo proposto di togliere la pala che sarebbe stata installata nel punto meno produttivo, distante dal crinale e senza nessuna strada di accesso», dice l’ingegnere Marco Giusti, direttore di progettazione e ricerca dell’AGSM. «In questo modo si dovrebbe perdere solo l’8 per cento della produzione di energia elettrica ed evitare metà del taglio degli alberi previsto». Con questo compromesso, l’obiettivo è arrivare a un accordo tra tutte le istituzioni.

Giusti è convinto che questo progetto sia stato fatto “a regola d’arte”. Come Ciafani di Legambiente, e a maggior ragione da parte in causa, Giusti sostiene che l’Italia sia molto in ritardo sullo sviluppo dell’eolico. «È necessario per sostituire le energie fossili con le rinnovabili, non solo nel mercato dell’energia elettrica, ma anche per i trasporti e il riscaldamento. O superiamo la conflittualità oppure sarà impossibile fare la transizione energetica». Nonostante le modifiche, le associazioni ambientaliste non sono intenzionate a cambiare parere: è già stato contattato un avvocato che in caso di approvazione del parco eolico presenterà un ricorso al tribunale amministrativo regionale.