L’AIFA ha approvato la vaccinazione mista per le persone che abbiano ricevuto una prima dose del vaccino di AstraZeneca

(Dan Kitwood/Getty Images)
(Dan Kitwood/Getty Images)

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato la vaccinazione mista contro il coronavirus per le persone che abbiano ricevuto una prima dose del vaccino di AstraZeneca: cioè la somministrazione di una seconda dose di un vaccino diverso, nello specifico uno di quelli basati sull’RNA messaggero (mRNA) di Pfizer e Moderna.

In base alla raccomandazione del Comitato tecnico scientifico (CTS) dell’11 giugno e alla conseguente ordinanza del ministero della Salute, le somministrazioni del vaccino di AstraZeneca sono infatti raccomandate esclusivamente a chi ha più di 60 anni. Di conseguenza il CTS ha raccomandato di ricorrere alla cosiddetta «vaccinazione eterologa» per le persone con meno di 60 anni che hanno già fatto la prima dose con il vaccino di AstraZeneca.

Lunedì l’AIFA ha approvato la decisione di CTS e ministero della Salute, dicendo che la seconda somministrazione con vaccino a mRNA può avvenire a distanza di 8-12 settimane dalla somministrazione del vaccino di AstraZeneca.

La decisione del CTS di consentire la «vaccinazione eterologa» è stata molto criticata negli ultimi giorni dal presidente della Campania Vincenzo De Luca, che inizialmente aveva deciso di non rispettare la raccomandazione e aveva annunciato che nella sua Regione si sarebbe continuato a somministrare AstraZeneca anche come seconda dose, sostenendo che non ci siano prove scientifiche che dimostrino che la «vaccinazione eterologa» sia affidabile.

Martedì, dopo che il ministero della Salute ha inviato una nota con alcuni chiarimenti sull’affidabilità della «vaccinazione eterologa», De Luca ha detto che si adeguerà alla decisione del CTS e che quindi le persone che hanno meno di 60 a cui è stata somministrata una prima dose di AstraZeneca faranno la seconda dose solo con i vaccini di Pfizer-BioNTech o Moderna.

La critica di De Luca nasceva da una confusa comunicazione della decisione presa venerdì dal CTS: mentre quella del CTS è una raccomandazione, che sembra lasciare libertà di scelta alle singole regioni, dall’ordinanza del ministero della Salute sembra invece che la «vaccinazione eterologa» per chi ha fatto una prima dose di AstraZeneca sia obbligatoria.

Il presidente della Puglia Michele Emiliano ha detto che nella sua regione sarà lasciata la facoltà di scelta a chi voglia fare la seconda dose di AstraZeneca, mentre l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha chiesto al governo un chiarimento al riguardo: «Fare il richiamo con AstraZeneca anche sotto i 60, deve essere permesso se c’è consenso informato e assistito».

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