Cosa succede all’ANPAL

I giornali scrivono che il ministro Orlando vorrebbe commissariare l’agenzia che si occupa di politiche attive per il lavoro, e cacciare il presidente Mimmo Parisi

Il presidente dell'Anpal Mimmo Parisi all'Audiorium durante la giornata di orientamento e formazione dei navigator, Roma 31 luglio 2019 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
Il presidente dell'Anpal Mimmo Parisi all'Audiorium durante la giornata di orientamento e formazione dei navigator, Roma 31 luglio 2019 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Da qualche giorno i giornali anticipano che il ministro del Lavoro Andrea Orlando commissarierà l’ANPAL, l’agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro: secondo questo retroscena, decadranno dunque consiglio di amministrazione, direttore generale e presidente dell’agenzia. L’attuale presidente dell’ANPAL è Domenico Parisi, detto Mimmo: venne scelto nel 2019 da Luigi Di Maio, ma è da tempo criticato per una gestione poco efficiente e poco trasparente dell’agenzia.

Parisi è pugliese, è nato nel 1966 e si è trasferito negli Stati Uniti, dove è professore ordinario di demografia e statistica alla Mississippi State University. Dal 2019 è presidente dell’ANPAL, un ente autonomo con un proprio presidente e un proprio consiglio di amministrazione, istituito con l’entrata in vigore, nel 2015, di uno degli ultimi decreti legislativi che facevano parte del cosiddetto “Jobs Act”, la legge delega per la riforma del lavoro voluta da Matteo Renzi. Il compito dell’agenzia era coordinare la rete nazionale dei servizi per il lavoro (rete piuttosto complessa) e occuparsi delle iniziative volte a favorire l’inserimento delle persone nel mondo del lavoro.

Parisi venne scelto da Di Maio soprattutto per le sue idee riguardo alla trasformazione del reddito di cittadinanza in uno strumento di reinserimento nel mondo del lavoro e che sarebbe dovuta avvenire attraverso la riorganizzazione dei centri per l’impiego, il lavoro dei cosiddetti “navigator” e la creazione di un software che avrebbe dovuto aiutare a incrociare domanda e offerta. Ma già a un anno dall’introduzione del reddito di cittadinanza divenne chiaro che il sistema non stava funzionando, e che il reddito di cittadinanza non era riuscito a centrare uno degli obiettivi per cui era stato pensato, e cioè l’attivazione del mercato del lavoro. La situazione non sembra essere migliorata: lo dicono anche i dati più recenti e l’hanno ammesso, soprattutto, alcuni dei politici che avevano sostenuto con forza questa misura.

Oltre alle critiche politiche relative ai pochi posti di lavoro creati per chi ha percepito il reddito di cittadinanza, Parisi è da più di un anno al centro di una serie di altre polemiche. Una ha a che fare con la presunta incompatibilità tra il suo rapporto di lavoro con la Mississippi State University e l’incarico di presidente di ANPAL che, per statuto, non può coesistere con altri rapporti di lavoro che possano essere in conflitto con i compiti dell’agenzia. L’incompatibilità è stata denunciata in alcune interrogazioni parlamentari e in una lettera inviata già nel giugno del 2020 da alcuni parlamentari di PD, LeU e M5S all’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

La seconda questione ha a che fare con i rimborsi spese di Parisi pari a circa 160 mila euro per auto di servizio, voli intercontinentali tra Italia e Stati Uniti e alloggi, che sono stati giudicati «infondati» dalla direttrice dell’ANPAL e su cui è in corso un’indagine della Corte dei Conti.

Ora – anche in vista degli investimenti pari a 4,4 miliardi di euro per le politiche attive previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e a cui sono legati i finanziamenti che arriveranno dall’Unione Europea tramite il Recovery Fund – il ministro Orlando vorrebbe riorganizzare ANPAL.

Il Sole 24 Ore ha scritto che l’operazione del ministro del Lavoro si compone di tre passaggi. Il primo dovrebbe concretizzarsi la prossima settimana con il cosiddetto decreto “Sostegni Bis”: secondo il Sole, Orlando nominerà un commissario all’ANPAL. Poi, sempre secondo questa anticipazione, l’agenzia diventerebbe simile dal punto di vista organizzativo alle altre agenzie fiscali. Dovrebbe dunque essere nominato un nuovo direttore generale che dovrà rispondere al ministero del Lavoro, e dovrebbe scomparire la figura del presidente. Infine, dice sempre il Sole, sarà «creata una divisione specifica Politiche attive presso il ministero del Lavoro, per riportare le funzioni di indirizzo e coordinamento dentro il dicastero guidato da Orlando».

Mimmo Parisi, intervistato da Repubblica il 12 maggio, ha detto di essere «all’oscuro di tutto», che nessuno lo «ha avvertito» e ha parlato di una «manovra politica» molto «grave» contro di lui. Ha anche detto che «tra una settimana usciranno numeri favolosi sul reddito di cittadinanza e sulle ricollocazioni».