Il primo atterraggio senza esplosione per Starship

Per la prima volta l'enorme astronave ha terminato un test tutta intera: ed è importante per i piani di SpaceX verso la Luna e Marte

(SpaceX)
(SpaceX)

Per la prima volta un prototipo di Starship ha effettuato un atterraggio controllato senza esplodere. È un importante risultato per SpaceX nello sviluppo dell’astronave che secondo il suo fondatore e CEO, Elon Musk, consentirà di trasportare astronauti sulla Luna e un giorno su Marte. Nei quattro lanci precedenti, Starship aveva mostrato di avere la potenza necessaria per superare i 10mila metri di altitudine, ma non era mai riuscita ad atterrare intera, producendo enormi esplosioni. Il risultato raggiunto nel pomeriggio di mercoledì 5 maggio (in Italia era notte) è molto importante per SpaceX, che sta investendo buona parte del proprio futuro sulla nuova astronave.

I test con i primi prototipi di Starship erano iniziati a marzo del 2019, con modelli via via più grandi e simili a come apparirà la versione finale dell’astronave (che secondo alcuni assomiglia a quella di Tintin nel racconto a fumetti Obiettivo Luna). I prototipi più grandi utilizzati nell’ultimo periodo, compreso quello per il test di ieri, raggiungevano un’altezza di 50 metri e un diametro di 9 metri.

I voli sperimentali sono stati eseguiti utilizzando tre grandi motori a metano, che diventeranno sei nel modello definitivo in modo da consentire all’astronave di atterrare verticalmente sulla Terra e su altri corpi celesti, come appunto la Luna e Marte.

Il lancio di mercoledì a Boca Chica ha riguardato il prototipo “SN15”, evoluzione dei precedenti e che esteticamente ricorda meno degli altri un semplice silo di metallo per la raccolta dei cereali. Realizzato per la maggior parte in acciaio inossidabile, era cavo all’interno fatta eccezione per i serbatoi contenenti il combustibile per alimentare i tre motori alla base.


Terminate le attività di verifica dei sistemi e di rifornimento, SN15 ha acceso i motori e si è alzato verticalmente superando le nuvole che coprivano l’area di Boca Chica. Ha poi proseguito l’ascesa per 4 minuti raggiungendo un’altitudine di circa 10mila metri. Come da programma, ha poi spento i motori e ha effettuato una manovra per girarsi di 90 gradi, assumendo una posizione orizzontale. È in questo assetto che in futuro l’astronave effettuerà il proprio rientro nell’atmosfera, rallentando la propria corsa con una sorta di lunga planata.

Poco prima di raggiungere il punto di atterraggio, SN15 ha recuperato il proprio assetto verticale e ha poi rallentato la propria discesa riaccendendo i motori. L’atterraggio è avvenuto in una grande nube di fumo, ma a differenza delle altre volte non c’è stata un’esplosione. Appena la nuvola si è diradata, SN15 è apparsa intera e senza particolari danni, sebbene alla base ci fosse un principio di incendio dovuto al combustibile ancora non consumato, ha spiegato uno degli ingegneri di SpaceX.

Il risultato ottenuto mercoledì è stato reso possibile grazie ai tentativi precedenti e all’approccio che l’azienda spaziale ha seguito per lo sviluppo di Starship: “fallisci e ripara velocemente”. I precedenti lanci, sebbene terminati con grandi esplosioni e la distruzione dei prototipi, avevano comunque consentito a SpaceX di raccogliere dati e ottenere informazioni preziose sull’astronave, la sua tenuta, la capacità dei nuovi motori e su molte altre variabili legate all’assetto mantenuto e ai tempi di manovra.

Elon Musk ha annunciato il successo del test su Twitter, aggiungendo che l’approccio finora seguito è importante per «creare velocemente razzi orbitali interamente riutilizzabili, la tecnologia alla base della fondamentale rivoluzione per rendere la vita multiplanetaria». Musk è convinto da tempo che il futuro della specie umana dipenda dalla sua capacità di colonizzare altri pianeti, e per questo sta investendo buona parte delle risorse di SpaceX nella costruzione di Starship.

Gli sforzi e i risultati finora conseguiti sono di recente valsi a SpaceX un nuovo importante contratto da 2,9 miliardi di dollari con la NASA, che ha incaricato l’azienda di Musk di gestire il primo sbarco sulla Luna del programma spaziale Artemis, che ha l’obiettivo di riprendere le esplorazioni lunari con esseri umani dopo le missioni Apollo terminate circa 50 anni fa. Molti dettagli devono essere ancora chiariti e sembra che almeno in una prima fase Starship sarà impiegata solamente per trasportare gli astronauti dall’orbita al suolo lunare, mentre il loro viaggio verso la Luna sarà gestito con altri sistemi già sviluppati dalla NASA (la capsula da trasporto Orion e il sistema di lancio SLS).

Starship, in alto, collegata a Super Heavy (SpaceX)

Musk è noto per essere molto ottimista sui tempi delle sue iniziative e sostiene che Starship possa essere pronta nel 2023, per effettuare i primi voli sperimentali ed essere poi impiegata per una missione lunare. L’astronave è però solo un pezzo del piano: per raggiungere l’orbita dovrà farsi dare una spinta da Super Heavy, un razzo alto 72 metri ancora in fase di sviluppo. Raggiunta l’orbita, tornerà sulla Terra per essere riutilizzato, mentre Starship proseguirà il proprio viaggio. Per farlo dovrà però essere rifornita in orbita, cosa che non è stata mai sperimentata su una scala di questo tipo.

Nei prossimi mesi SpaceX intensificherà i lanci e i test, iniziando a condurne anche con Super Heavy, in attesa di chiarire i progetti per il ritorno sulla Luna.