L’Ungheria ha approvato una legge che istituisce nuove fondazioni che secondo i critici saranno usate dal governo per controllare le istituzioni culturali e accademiche del paese

Il primo ministro ungherese Viktor Orban (Omar Marques/Getty Images)
Il primo ministro ungherese Viktor Orban (Omar Marques/Getty Images)

Martedì il parlamento ungherese ha approvato una legge che istituisce molte nuove fondazioni che controlleranno diverse importanti istituzioni culturali e accademiche del paese. Secondo i critici, la legge sottoporrà queste istituzioni al controllo di Fidesz, il partito di estrema destra del primo ministro Viktor Orbán, perché permetterà allo stesso Fidesz di scegliere i membri dei consigli di amministrazione.

Le fondazioni, che sono soggette a controlli finanziari minori rispetto agli enti pubblici, avranno quote per miliardi di euro di aziende importanti come la società petrolifera ungherese MOL (a controllo statale) o quella farmaceutica Gedeon Richter. Controlleranno soprattutto le università, che secondo l’opposizione sarebbero state spinte ad aderire al nuovo modello con la promessa di ottenere molti fondi. Il governo ha infatti deciso di stanziare circa il 20 per cento dei fondi che arriveranno dall’Unione Europea per uscire dalla crisi della pandemia, 2,8 miliardi di euro, proprio in favore della “modernizzazione delle università”.

In una lettera alla Commissione Europea ottenuta da Politico, alcuni parlamentari europei hanno espresso preoccupazione per uno stanziamento così grande in «strutture di finanziamento opache esenti dalle norme di controllo del bilancio» e che secondo loro avrebbero l’obiettivo di «distruggere la libertà accademica». Secondo molti, questa legge garantirebbe a Orbán e ai suoi alleati il controllo di buona parte della vita intellettuale e culturale ungherese anche nel caso in cui Fidesz non vincesse le elezioni del 2022, in cui molti osservatori vedono una rielezione di Orbán come non scontata.