Florentino Pérez vuole comprare Autostrade?

Cosa si sa dell'offerta che potrebbe presentare l'imprenditore spagnolo, noto per essere presidente del Real Madrid

(ANSA/ANGELO CARCONI)
(ANSA/ANGELO CARCONI)

Il 7 aprile il gruppo di costruzioni spagnolo ACS, guidato dall’imprenditore Florentino Pérez, ha inviato una manifestazione d’interesse alla holding italiana Atlantia per acquistare la controllata Autostrade per l’Italia (ASPI), offrendo 10 miliardi di euro.

Florentino Pérez è tra le altre cose presidente della squadra di calcio del Real Madrid e attraverso ACS controlla il 49,9 per cento di Abertis, multinazionale che si occupa di infrastrutture e telecomunicazioni, il cui restante 50,1 per cento è della stessa Atlantia. Abertis è soprattutto una delle più importanti società in Europa nelle autostrade: gestisce più di 1.500 chilometri di autostrade in Spagna e 1.750 in Francia.

La manifestazione d’interesse di ACS è arrivata nello stesso giorno in cui Atlantia aveva comunicato di aver avviato la valutazione di un’offerta d’acquisto vincolante per ASPI presentata da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), insieme ai fondi Blackstone e Macquarie. Il Consiglio di amministrazione di Atlantia ha detto di aver preso atto della manifestazione di interesse di ACS e che «proseguirà le proprie analisi nelle successive riunioni che saranno convocate nei prossimi giorni per le necessarie determinazioni in merito». Una decisione dovrebbe essere presa dall’assemblea dei soci di Atlantia, prevista entro fine maggio.

La manifestazione di interesse di ACS per ASPI non si è ancora concretizzata in un’offerta, ma se dovesse accadere potrebbe capovolgere le trattative che vanno avanti dalla scorsa estate tra Atlantia – di cui la famiglia Benetton è socia di riferimento – e il governo per la cessione di ASPI. Atlantia controlla infatti l’88 per cento di quest’ultima, e lo scorso luglio il governo guidato da Giuseppe Conte aveva raggiunto un accordo che prevedeva che Cassa Depositi e Prestiti insieme ad altri fondi rilevassero le quote di maggioranza di ASPI, riducendo al 10-12 per cento quelle possedute da Atlantia.

L’accordo era stato fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, che dopo il crollo del ponte Morandi a Genova nel 2018 si era impegnato a revocare le concessioni autostradali ad ASPI estromettendo la famiglia Benetton, accusata di negligenze e mancati controlli.

Nonostante l’accordo raggiunto a luglio, le trattative tra Atlantia e Cassa Depositi e Prestiti sono proseguite a rilento, soprattutto per quanto riguarda la cifra totale che Cassa Depositi e Prestiti avrebbe dovuto versare per rilevare ASPI. L’offerta vincolante di Cassa Depositi e Prestiti era arrivata il 27 marzo, termine ultimo per la presentazione: la cifra non è stata resa pubblica, ma diverse fonti dicono che Cassa Depositi e Prestiti avrebbe offerto 9,1 miliardi di euro, circa 3 miliardi in meno di quanto stimato dagli azionisti di Atlantia. Al momento Atlantia non ha commentato ufficialmente l’offerta di Pérez.

La potenziale offerta di ACS sarebbe quindi maggiore di quella di Cassa Depositi e Prestiti, e se venisse accettata farebbe saltare l’accordo raggiunto lo scorso anno. L’offerta di ACS arriva inoltre pochi giorni dopo che quest’ultima aveva venduto al gruppo industriale francese VINCI la sua società energetica Cobra, per 4,9 miliardi di euro.

Secondo quanto ha scritto il Financial Times, che ha visto la lettera con la manifestazione d’interesse di Pérez, ACS sarebbe disposta ad accogliere altri investitori nell’offerta, tra cui anche Cassa Depositi e Prestiti. Chris Hohn, manager del fondo TCI, che detiene circa il 1o per cento delle azioni di Atlantia, ha detto al Financial Times che ACS «sembra pronta ad offrire un prezzo più alto di Cassa Depositi e Prestiti per ASPI ed è chiaramente un partner industriale superiore a Blackstone e Macquarie. ASPI deve essere venduta al miglior offerente senza interferenze da parte del governo italiano». Secondo Hohn, Atlantia dovrebbe inoltre «impegnarsi prontamente e professionalmente per esplorare l’opportunità di un’unione di Abertis e ASPI».

In sostanza, quindi, secondo Hohn alla lunga ACS dovrebbe far confluire ASPI dentro Abertis, creando un unico colosso europeo nella gestione delle autostrade. Questo vorrebbe però anche dire che Atlantia, uscita da ASPI con la cessione ad ACS, vi rientrerebbe come socio di Abertis. Sarebbe una clamorosa sconfitta politica per il Movimento 5 Stelle, che negli anni ha fatto di tutto per far uscire la famiglia Benetton dalla gestione delle autostrade italiane.

Il governo del presidente del Consiglio Mario Draghi è però molto meno intransigente su questo punto di quanto lo fosse quello di Conte. Per ora il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, ha chiesto ad Atlantia solo che le trattative si chiudano velocemente, indipendentemente da chi sarà l’acquirente: «Abbiamo letto anche noi di questo interesse di un nuovo investitore: spetta ad Atlantia prendere la decisione. La speranza è però che si faccia presto perché abbiamo bisogno di aumentare gli investimenti sulla rete autostradale».