Il consulente del ministero dell’Istruzione che insultava Azzolina

Dopo le polemiche è stato revocato l'incarico al professore che scriveva tweet offensivi contro l'ex ministra, e che era anche stato denunciato

Lucia Azzolina, il 15 marzo 2021 (Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Wire, ANSA)
Lucia Azzolina, il 15 marzo 2021 (Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Wire, ANSA)

Dopo un giorno di polemiche e critiche, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha revocato una consulenza che era stata assegnata a Pasquale Vespa, professore che in passato aveva scritto messaggi e tweet sessisti e minacciosi contro l’ex ministra Lucia Azzolina, che l’aveva anche querelato per diffamazione e minacce. A scegliere Vespa era stato il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, leghista. Non è chiarissimo se la revoca sia per il momento solo temporanea: in un comunicato il ministero ha detto che aveva chiesto a Sasso di valutare «l’opportunità» della nomina, e che Vespa si era detto disponibile a sospendersi «in attesa del chiarimento della sua posizione».

Il 9 aprile a Napoli comincerà il processo penale contro Vespa. Venerdì l’ex ministra ed esponente del Movimento 5 Stelle si era lamentata della scelta di Sasso in un post su Facebook e in un’intervista con il Corriere della Sera

Vespa è un professore precario campano e un sindacalista dell’Unione Italiana del Lavoro (UIL); è anche il presidente dell’Associazione Nazionale Docenti per i Diritti dei Lavoratori e alle ultime elezioni regionali in Campania si era candidato con il centrodestra. Azzolina lo definisce «un cyberbullo» perché nell’anno del suo incarico ministeriale, cominciato nel gennaio del 2020 e terminato lo scorso febbraio, ma anche in precedenza, quando Azzolina era membro della Commissione cultura, ricerca ed istruzione della Camera e poi sottosegretaria all’Istruzione, le rivolgeva numerosi insulti e «aggressioni verbali», spesso facendo allusioni sessuali.

Vespa ha poi cancellato i messaggi aggressivi e insultanti contro Azzolina, ma l’ex ministra ne ha tenuto da parte delle immagini che ha allegato alle proprie denunce, la prima delle quali risale al dicembre del 2018. In questa denuncia Azzolina segnalava messaggi contenenti «epiteti e sottintesi fortemente sessisti e grandemente offensivi» che Vespa le aveva rivolto, alcuni dei quali citavano il rossetto rosso spesso usato dall’ex ministra con l’hashtag #BoccaRouge e proponevano inviti volgari e a sfondo sessuale a «chiudere la bocca ad Azzolina». Vespa ha dichiarato che nel processo si appellerà al diritto di satira.

Rossano Sasso aveva difeso la scelta di Vespa come collaboratore definendolo «un simbolo dei diritti dei lavoratori più deboli, che ha condotto battaglie dure e scomode e che adesso si vorrebbe far passare come uno stalker e molestatore». Altri politici, del Movimento 5 Stelle e non solo, come il nuovo vicesegretario del Partito Democratico Peppe Provenzano, hanno invece dichiarato solidarietà ad Azzolina.