Un consulente del governo australiano è stato licenziato dopo che si è scoperto che si era masturbato di nascosto sulle scrivanie di alcune parlamentari

Proteste dei movimenti femministi contro le violenze di genere e la cultura sessista a Sydney, in Australia, 15 marzo 2021 (AP Photo/ Rick Rycroft)
Proteste dei movimenti femministi contro le violenze di genere e la cultura sessista a Sydney, in Australia, 15 marzo 2021 (AP Photo/ Rick Rycroft)

Un consulente dell’amministrazione del primo ministro australiano Scott Morrison è stato licenziato dopo che lunedì un notiziario aveva diffuso alcune immagini di membri dello staff del governo che si masturbavano e compivano presunti atti osceni sulle scrivanie di alcune parlamentari donne.

Una persona ha segnalato in maniera anonima che almeno quattro consulenti della coalizione di governo si sarebbero scambiati immagini e video degli atti sessuali tramite Facebook Messenger nell’arco di due anni, dal 2018 al 2020. Le immagini trasmesse dalla televisione australiana sono state oscurate e i nomi delle persone coinvolte non sono stati diffusi. Questo è l’ultimo di una serie di casi che hanno fatto molto discutere in Australia a causa della cultura sessista che sarebbe dominante all’interno del Partito Liberale del primo ministro Scott Morrison.

Morrison ha detto che le accuse nei confronti dello staff sono «disgustose e rivoltanti» e che questi comportamenti sono «del tutto inaccettabili»; il suo governo, ha detto, «ha identificato il membro dello staff al centro delle accuse e lo ha licenziato immediatamente».

Allo stesso tempo, lunedì un programma televisivo di ABC ha mandato in onda la testimonianza di Nikola Anderson, una guardia di sicurezza del Parlamento australiano che era in servizio la notte in cui l’ex collaboratrice del Partito Liberale Brittany Higgins aveva detto di aver subíto uno stupro da parte di un collega. Anderson ha raccontato che Higgins e il collega erano entrati nell’edificio della Camera dei rappresentanti attorno alle 2 del mattino, tra un venerdì e un sabato, e che Higgins le sembrava «inebriata». Un paio d’ore dopo, Anderson era andata a controllare se Higgins stesse bene e l’aveva trovata nuda e stesa sulla schiena nell’ufficio della ministra della Difesa, Linda Reynolds, dove Higgins aveva detto di essere stata molestata: poco prima Anderson aveva visto il collega andarsene di fretta.

– Leggi anche: Le proteste contro le violenze di genere in Australia

Quella di Higgins non è stata la sola accusa di molestie sessuali nell’ambito della politica australiana. Di recente anche il procuratore generale dell’Australia, Christian Porter, parlamentare del Partito Liberale, è stato accusato di aver stuprato una donna nel 1988, quando lei aveva 16 anni e lui 17. Le denunce di stupri, misoginia e comportamenti inappropriati nei confronti delle donne in Australia stanno mettendo sotto forte pressione il governo, e la scorsa settimana diversi movimenti femministi hanno organizzato proteste e manifestazioni in più di 40 città australiane.

Nel frattempo, il primo ministro è stato criticato dal Partito Laburista – all’opposizione – anche per non aver comunicato al Parlamento che le inchieste parlamentari sul caso di Higgins erano state sospese temporaneamente su consiglio del capo della polizia federale, Reece Kershaw, per non compromettere le indagini criminali della polizia.