
Martedì Uber, la società di mobilità conosciuta soprattutto per il suo servizio a metà tra i taxi e il noleggio di auto con autista, ha detto che garantirà ai conducenti del Regno Unito alcuni diritti come il minimo salariale, le ferie pagate e i contributi pensionistici. Il cambiamento, che entrerà in vigore da mercoledì 17 marzo, è arrivato a circa un mese da una sentenza della Corte Suprema del Regno Unito che aveva stabilito che i conducenti avessero diritto a questi benefici.
Il Regno Unito sarà il primo paese in cui i conducenti di Uber otterranno tutte queste garanzie, e la decisione potrebbe avere implicazioni nel paese anche per altri lavoratori della cosiddetta “gig economy”, quel settore basato su nuove tecnologie e su persone che lavorano in maniera saltuaria e flessibile.
Nonostante le concessioni, ci sono ancora alcuni problemi: i conducenti si sono lamentati del fatto che Uber abbia deciso il salario minimo senza la stipulazione di un contratto collettivo, e che l’orario di lavoro venga calcolato dal momento in cui viene accettato un viaggio, invece che dal momento in cui un conducente accede all’app.
Alcuni conducenti di Uber seguono su un telefono la decisione della Corte Suprema di Londra, il 19 febbraio 2021 (AP Photo/Frank Augstein)