Uber garantirà ai conducenti del Regno Unito un salario minimo, ferie pagate e contributi pensionistici

Alcuni conducenti di Uber seguono su un telefono la decisione della Corte Suprema di Londra, il 19 febbraio 2021 (AP Photo/Frank Augstein)
Alcuni conducenti di Uber seguono su un telefono la decisione della Corte Suprema di Londra, il 19 febbraio 2021 (AP Photo/Frank Augstein)

Martedì Uber, la società di mobilità conosciuta soprattutto per il suo servizio a metà tra i taxi e il noleggio di auto con autista, ha detto che garantirà ai conducenti del Regno Unito alcuni diritti come il minimo salariale, le ferie pagate e i contributi pensionistici. Il cambiamento, che entrerà in vigore da mercoledì 17 marzo, è arrivato a circa un mese da una sentenza della Corte Suprema del Regno Unito che aveva stabilito che i conducenti avessero diritto a questi benefici.

Il Regno Unito sarà il primo paese in cui i conducenti di Uber otterranno tutte queste garanzie, e la decisione potrebbe avere implicazioni nel paese anche per altri lavoratori della cosiddetta “gig economy”, quel settore basato su nuove tecnologie e su persone che lavorano in maniera saltuaria e flessibile.

Nonostante le concessioni, ci sono ancora alcuni problemi: i conducenti si sono lamentati del fatto che Uber abbia deciso il salario minimo senza la stipulazione di un contratto collettivo, e che l’orario di lavoro venga calcolato dal momento in cui viene accettato un viaggio, invece che dal momento in cui un conducente accede all’app.