Le storie dietro un piatto di pasta

Nel podcast "Senti che buona!" Barilla racconta come sono cambiati i suoi formati attraverso le vere storie personali e professionali dei suoi dipendenti

(Barilla)
(Barilla)

Nonostante gli italiani siano grandi consumatori di pasta secca, non tutti conoscono il modo in cui viene prodotta e il fatto che, per tradizione, nel nostro paese venga utilizzato esclusivamente il grano duro. Accade così anche per Barilla, che di recente ha deciso di utilizzare solo quello coltivato in Italia. Per spiegare questa scelta – e fare divulgazione su come viene fatta la pasta – ha realizzato anche un podcast: Senti che buona!. Un modo originale per raccontare l’azienda attraverso le esperienze, le intuizioni, le emozioni delle persone che ci lavorano.

Barilla ha deciso di utilizzare unicamente grano di produzione italiana e per celebrare questa scelta ha cambiato il design e il packaging dei suoi dieci formati di pasta più classici, nella nuova linea “Barilla 100% Grano Duro Italiano”. Le novità sono spiegate nel suo Manifesto del grano duro e raccontate con un interessante impianto narrativo proprio nel podcast Senti che buona!, il cui primo episodio è disponibile dal 25 febbraio sulla piattaforma di streaming Spotify. La voce narrante è quella dell’attore e regista Sergio Rubini, già uno dei tre protagonisti degli spot d’autore della campagna pubblicitaria televisiva del 2020. Nel podcast viene raccontato questo percorso capace di “ridisegnare la pasta” attraverso retroscena, aneddoti e curiosità di chi lo ha pensato e portato a termine, e cioè tecnici, designer, manager. Un vero e proprio racconto del lato più umano dell’azienda: episodio dopo episodio, le scelte tecniche e produttive si intrecciano con le storie personali e professionali, con le memorie e le emozioni, di chi lavora per Barilla.

Lo scopo principale del rinnovamento di Barilla è rendere più sostenibili i suoi prodotti attraverso l’uso di una filiera corta, ma anche valorizzare la filiera agroalimentare italiana e, al contempo, realizzare un prodotto migliore, più corposo. Ad esempio per dare alla pasta uno spessore e una consistenza più equilibrati ha aumentato il diametro degli Spaghetti N.5 e lo spessore delle Penne N. 73, mentre ha ridisegnato la forma dei Fusilli N.98. Inoltre ha rinnovato l’aspetto delle confezioni: i nuovi imballaggi sono azzurri e non più blu.

Il primo episodio: Girare la chiave
La prima storia è quella di Francesco Barba, Direttore del progetto di sviluppo della pasta, colui che ha girato la chiave, “nel silenzio delle grandi attese”, dando inizio alla produzione, su scala nazionale, dei nuovi prodotti: il momento conclusivo di tre anni di lavoro suo e del suo staff. Rubini ripercorre a ritroso la storia di Barba: è stato un giovane studente di scienze e tecnologie alimentari desideroso di scoprire come Barilla creasse davvero la sua pasta, e adesso ricopre un ruolo a metà strada fra manager e inventore. Non un uomo di numeri, ma di idee, che insieme al suo staff ha di fatto ridisegnato le varietà di pasta Barilla.

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Il secondo episodio: Tutti a tavola
Elena Tabellini, protagonista del secondo racconto del podcast, è la vice presidente marketing Italia di Barilla: anche in questo caso il percorso della produzione del nuovo prodotto si intreccia con la storia personale. È arrivato il giorno del primo assaggio della nuova pasta che Tabellini aveva visto venire via via alla luce, prima soltanto in schizzi e progetti e poi in forma di grano: un’operazione costruita fra i decimi e i centesimi di millimetro, che per un pastaio non sono dettagli. Nel racconto di Sergio Rubini, Tabellini torna con la memoria a quando, tanti anni prima, studiava marketing in Svezia. La nostalgia di casa era attenuata dalla tv e dagli spot Barilla che raccontavano delle famiglie unite a pranzo, e Elena maturò così la decisione di lavorare per l’azienda.

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Questi i primi due episodi, in attesa di ascoltare e raccontare, ogni giovedì delle prossime settimane, i protagonisti delle successive puntate: Francesca Vitale, colonna portante della ricerca alla Barilla, Emilio Ferrari, responsabile acquisti grano duro e semola, e Marcello Zaccaria, chef di Academia Barilla.