In Lombardia sono entrate in vigore delle zone arancioni “rinforzate”

La vicepresidente e assessora al Welfare della Lombardia Letizia Moratti e il presidente della regione Attilio Fontana
(Ansa/Matteo Corner)
La vicepresidente e assessora al Welfare della Lombardia Letizia Moratti e il presidente della regione Attilio Fontana (Ansa/Matteo Corner)

Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha firmato un’ordinanza che ha introdotto dalle 18 di oggi, martedì 23 febbraio, alcune zone arancioni “rinforzate” nella regione. Si tratta di zone che preoccupano particolarmente per l’alto numero di nuovi contagi e per la diffusione delle varianti del coronavirus.

Le misure saranno in vigore in tutta la provincia di Brescia, nei comuni di Viadanica, Predore, Adrara San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro e Gandosso, in provincia di Bergamo, e nel comune di Soncino, in provincia di Cremona. Oltre alle misure della zona arancione, saranno previste: la chiusura di tutte le scuole, dai nidi alle università, lo smart working obbligatorio nei casi in cui è possibile, il divieto di recarsi nelle seconde case e l’obbligo di mascherine chirurgiche o analoghe (e quindi non in stoffa) sui mezzi di trasporto. Inoltre, è fortemente raccomandato anche a tutte le altre scuole di disporre la didattica a distanza per gli studenti che provengano dai comuni in zona arancione rinforzata.

Durante il Consiglio regionale di martedì mattina, l’assessora al Welfare Letizia Moratti aveva inoltre comunicato l’intenzione di cambiare alcune cose nel piano vaccinale della Lombardia, che vorrebbe concentrare le dosi a disposizione della regione nei comuni al confine tra le province di Brescia e Bergamo, particolarmente interessate dalla presenza delle varianti del coronavirus e a rischio di saturazione delle terapie intensive. Moratti ha detto che questo verrà realizzato «nei limiti del possibile e delle linee guida del ministero». Inoltre, è stato richiesto al ministero di poter dare una sola dose di vaccino a chi sia già risultato positivo al coronavirus, o in alternativa di posticipare il suo turno di 6 mesi, per aumentare la disponibilità attuale.

In Lombardia sono già in vigore zone rosse locali in 4 comuni: Bollate (Milano), Castrezzato (Brescia), Mede (Pavia) e Viggiù (Varese).