Chi è il nuovo ministro della Transizione ecologica

Roberto Cingolani non ha mai avuto alcun incarico politico e nelle sue molte vite precedenti è stato un rispettato fisico, manager e conferenziere

Roberto Cingolani nel 2019 (ANSA / MATTEO BAZZI)
Roberto Cingolani nel 2019 (ANSA / MATTEO BAZZI)

Roberto Cingolani è stato scelto dal presidente del consiglio Mario Draghi come ministro della Transizione ecologica, il primo nella storia d’Italia. Cingolani è forse il personaggio meno conosciuto nel nuovo governo, in cui oltre a diversi ministri “tecnici” piuttosto noti – come l’ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia e la ministra dell’Interno uscente Luciana Lamorgese – ci sono anche vari politici di primo piano.

Cingolani ha 59 anni, è laureato in fisica e nell’ultimo anno e mezzo è stato diverse cose, fra cui membro del consiglio di amministrazione di Ferrari e di illycaffè, e “chief technology e innovation officer” di Leonardo, azienda italiana che si occupa di aerospazio, difesa e sicurezza (la vecchia Finmeccanica). In precedenza era stato fondatore e poi direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia, un centro di ricerca scientifica finanziato dallo Stato. Nell’aprile 2020 Cingolani fu poi scelto per fare parte del Comitato di esperti in materia economica e sociale presieduto da Vittorio Colao.

– Leggi anche: Chi sono i ministri del governo Draghi

Nato a Milano il 23 dicembre 1961, Cingolani crebbe a Bari, dove si laureò in Fisica nel 1985. Dopo la laurea continuò a studiare e nel 1989 ottenne un dottorato alla Normale di Pisa. In seguito fu ricercatore presso il Max Planck Institut di Stoccarda, in Germania, e docente all’università di Tokyo e alla Virginia Commonwealth University, negli Stati Uniti. Nel  2000 fu poi nominato professore ordinario di Fisica all’università di Lecce, dove per 5 anni diresse il National Nanotechnology Laboratory.

Nel 2005 Cingolani fondò l’Istituto italiano di tecnologia, di cui fu direttore scientifico fino agli ultimi mesi del 2019, quando iniziò a lavorare per Leonardo: negli anni l’istituto è stato molto elogiato come centro di eccellenza e talvolta criticato per gli enormi finanziamenti ricevuti, da alcuni considerati eccessivi. Cingolani è stato anche fra i principali promotori di Human Technopole, il centro di ricerca scientifica nato sul sito dell’Expo tenuta nel 2015 a Milano. Nel 2018 e nel 2019 ha partecipato alla Leopolda, l’annuale conferenza organizzata dal leader di Italia Viva Matteo Renzi.


Cingolani, la cui possibile nomina era stata anticipata già l’11 febbraio da Bloomberg, ha un profilo su LinkedIn e uno su Twitter, dal quale però twitta con parsimonia. Intervistato a fine marzo 2020 da Repubblica, quindi prima di entrare a far parte del comitato, Cingolani rispose così alla domanda “Il virus ci farà capire fino a che punto ci siamo spinti, fino a dove abbiamo forzato la situazione?”:

«È essenziale che sia cosi. Leggetevi il rapporto Onu GEO6, ci spiega che abbiamo creato un modello di sviluppo tutto basato su produrre e vendere, rimandando il debito di sostenibilità alle generazioni successive. Ma questo ha generato catastrofi e cambiamenti climatici che ci sono costati 1.700 miliardi di dollari. Quando conteggiamo il PIL dovremmo metterci anche questo dato e allora la crescita avrebbe altri numeri. […] Per fortuna l’Italia è anche un paese in cui ci si riconverte in un attimo, ma ripensiamo davvero al nostro modello di crescita e facciamolo seguendo la conoscenza, la cultura, le scienze umane. Trasformarsi è un messaggio poderoso. Ne usciremo tutti, ma solo chi vede lungo adesso avrà un grande recupero».