Per Attilio Fontana l’errore della Lombardia in zona rossa «probabilmente non è colpa di nessuno»

Ha detto che è stata la Regione ad aver “lanciato l'allarme” e che sarà la magistratura a dover accertare “se ci sono delle responsabilità”

Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, al Palazzo della regione, lo scorso 11 gennaio. (Daniel Dal Zennaro/ ANSA)
Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, al Palazzo della regione, lo scorso 11 gennaio. (Daniel Dal Zennaro/ ANSA)

Dal 17 gennaio scorso la Lombardia era stata inserita dal governo nella cosiddetta “zona rossa”, ovvero le aree in cui il rischio di diffusione del coronavirus è molto alto e dove sono necessarie importanti misure restrittive. Venerdì 22 gennaio però il ministero della Salute aveva comunicato che i dati forniti dalla Regione erano sbagliati e sabato il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva firmato un’ordinanza per riportare la Lombardia in “zona arancione” da domenica 24.

Sia il presidente della Regione, Attilio Fontana, che la vicepresidente e assessora al Welfare, Letizia Moratti, hanno negato che i dati fossero sbagliati, ma la notizia è stata confermata in un lungo comunicato stampa diffuso dal ministero della Salute – che chiarisce l’errore – e dalle testimonianze raccolte dai giornali nelle strutture tecniche della Regione Lombardia.

In un’intervista alla trasmissione “Dentro i fatti” a Tgcom24, parlando delle polemiche emerse in seguito alla questione, Fontana ha detto che «questa situazione si è verificata soltanto perché noi abbiamo lanciato l’allarme. Nessun altro a Roma, né all’Istituto Superiore della Sanità, aveva evidenziato come i dati principali […] andavano in una direzione positiva e solo l’Rt andava in una posizione negativa», specificando che è stata la Lombardia ad aver fatto ricorso al TAR «perché eravamo convinti che quella classificazione fosse sbagliata» e ad aver «insistito affinché venissero affrontati tutti i problemi legati all’algoritmo».

Fontana ha detto: «Io non mi diverto a dire “è colpa dell’Istituto superiore”, “è colpa del ministero”, “è colpa della Regione Lombardia”: probabilmente non è colpa di nessuno» e ha poi aggiunto che «noi ci fidiamo di quello che decideranno a questo punto i giudici», che dovranno individuare «se ci sono delle responsabilità».

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