È morto lo sceneggiatore statunitense Walter Bernstein, noto soprattutto per il film “Il prestanome”: aveva 101 anni

Walter Bernstein a New York, nel 2016
(Robin Marchant/Getty Images for Academy Of Motion Picture Arts And Sciences)
Walter Bernstein a New York, nel 2016 (Robin Marchant/Getty Images for Academy Of Motion Picture Arts And Sciences)

È morto lo sceneggiatore americano Walter Bernstein. Aveva 101 anni e si era recentemente ammalato di polmonite. Bernstein era considerato uno dei più importanti e prolifici sceneggiatori americani: aveva scritto più di 90 film, ed è noto anche perché ai tempi del maccartismo – un periodo tra gli anni Cinquanta e Sessanta in cui gran parte della vita pubblica e politica statunitense fu dominata dalla paura del comunismo e dalla ricerca delle presunte spie comuniste – la sua carriera fu ostacolata a causa delle sue posizioni comuniste e di sinistra. Bernstein fu tenuto d’occhio e interrogato dall’HUAC, la Commissione per le attività antiamericane, finì in una sua lista nera e dalla metà degli anni Quaranta fino al 1959 poté lavorare solo sotto pseudonimo.

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Questa esperienza gli fornì il materiale per il suo film più famoso, Il prestanome (The Front) diretto nel 1976 da Martin Ritt e interpretato da Woody Allen e Zero Mostel: fu il primo film americano a raccontare il maccartismo a Hollywood e ottenne una candidatura all’Oscar per la migliore sceneggiatura originale.


Bernstein era nato a Brooklyn il 20 agosto del 1919 da genitori immigrati dall’Europa dell’Est. Dopo le scuole superiori il padre lo mandò in Francia a studiare la lingua e qui venne in contatto con le idee comuniste e con gli intellettuali di sinistra. Tornato negli Stati Uniti, durante l’università divenne critico cinematografico del New Yorker; partecipò alla Seconda guerra mondiale e lavorò come inviato di guerra. Una volta terminato il conflitto, ottenne un contratto come sceneggiatore con la Columbia Pictures ma la sua carriera fu interrotta dopo sei mesi dalla Commissione per le attività antiamericane: era accusato, tra le altre cose, di essere membro del partito comunista e di aver sostenuto l’Unione sovietica e il Fronte rivoluzionario durante la guerra civile spagnola. Da allora riuscì a lavorare solo sotto pseudonimo, fino a quando, nel 1959, il regista Sidney Lumet lo assunse con il suo vero nome per la sceneggiatura del film Quel tipo di donna (That Kind of Woman).

Bernstein si definiva un «ebreo secolare, innamorato di sé stesso, persuaso dalla sinistra» e queste sue convinzioni si ritrovano in molti suoi film, come A prova d’errore (Fail-Safe), del 1964, diretto da Lumet e ambientato ai tempi della Guerra Fredda; Paris Blues del 1961, diretto da Martin Ritt, con Sidney Poitier e Paul Newman nel ruolo di musicisti jazz; e I cospiratori (The Molly Maguires) diretto sempre da Ritt, che raccontava un’organizzazione sindacale estremista di minatori irlandesi in Pennsylvania negli anni Sessanta e Settanta. I suoi film, comunque, non erano solo a sfondo politico o impegnato: Yankees (Yanks), diretto nel 1979 da John Schlesinger, con Richard Gere e Vanessa Redgrave, racconta la storia d’amore tra un soldato americano e una donna inglese durante la Seconda guerra mondiale. Bernstein ha anche diretto un film, E io mi gioco la bambina (Little Miss Marker), nel 1980, con Walter Matthau, Tony Curtis e Julie Andrews.


Fino a 90 anni ha continuato a scrivere, insegnare cinema e suggerire idee per sceneggiature.